Varese, sindacati contro il piano post-Covid di Asst Sette Laghi. L’azienda replica

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VARESECgil, Cisl e Uil contestano il programma di recupero degli interventi sospesi causa pandemia disposto dall’Asst dei Sette Laghi. Per i rappresentanti sindacali non è pensabile raggiungere l’obiettivo in soli quattro mesi come è nelle intenzioni dell’azienda. «Il sistema – dicono – regge solo ed esclusivamente sul sacrificio dei lavoratori della sanità, obbligandoli ad interminabili giornate lavorative». Sulla questione è giunta la replica da parte dell’Asst.

Piano di recupero

Sulla questione si esprimono Gianna Moretto per la Fp Cgil Varese, Nunzio Praticò della Cisl Fp dei Laghi e Antonio Negro della Uil Fpl Varese. In una lunga nota i sindacati contestano quanto illustrato nelle scorse settimane dal direttore sanitario dell’Asst Sette Laghi Lorenzo Maffioli, che aveva delineato un piano per il recupero delle prestazioni chirurgiche ed ambulatoriali sospese causa Covid, da attuarsi entro la fine dell’anno. «Come è successo altre volte l’Asst dei Sette Laghi annuncia mirabolanti piani di ritorno alla normalità – dicono i sindacati – ma con quali forze in campo? Francamente ancora non lo comprendiamo. Alla domanda fatta dalle organizzazioni sindacali all’azienda di rendere noto quanto personale infermieristico è assegnato alle attività chirurgiche nel triennio 2019/2020/2021 non è stata data risposta».

Le preoccupazioni dei sindacati

Secondo Cgil, Cisl e Uil l’aumento delle attività chirurgiche determinerà inevitabilmente un aggravio di tutte le attività pre e post operatorie. «Quello che preoccupa – sottolineano le parti sociali – è il modello organizzativo che l’Asst vuole attivare per il recupero delle attività chirurgiche ed ambulatoriali, lo stesso utilizzato durante il periodo di emergenza da Covid-19. Siamo davanti allo stato di emergenza permanente, dove l’unica risorsa che può essere gestita è il tempo di lavoro, aumentando lo stesso ben oltre i limiti sopportabili, in una visione dove tutto deve essere sacrificato in nome di un modello organizzativo che considera gli operatori della sanità al pari di una qualsiasi altra risorsa tecnologica».

L’obiettivo della Regione

I sindacati sottolineano che il recupero delle prestazioni sanitarie non svolte durante la pandemia è l’obiettivo di tutti. «Ma che questo venga raggiunto in quattro mesi ed in una condizione di emergenza permanente crediamo che non sia più accettabile. Ma lo è ancor meno se consideriamo che Regione Lombardia ha posto come obiettivo quello di aumentare le attività del solo 10% e non di recuperare tutto l’arretrato entro la fine dell’anno, come annunciato dal direttore sanitario». La nota si chiude infine con una stoccata rivolta alla direzione aziendale. «Noi difendiamo la salute dei lavoratori e facendo ciò difendiamo anche il funzionamento e la qualità dei servizi erogati dal sistema sanitario. La direzione della Asst vuole dimostrare ancora una volta di essere la prima della classe, costi quel che costi».

La replica dell’Asst

Noi, ASST Sette Laghi, difendiamo la salute. Di tutti.
A partire dai nostri professionisti, che sono il patrimonio più prezioso che abbiamo e che hanno a cuore la nostra mission: ancora una volta, difendere, promuovere, restituire la salute.
Ed è innanzitutto per i nostri professionisti che la ASST dei Sette Laghi vuole essere, come dicono i Sindacati, la prima della classe. Non è una scelta, è un dovere: lo dobbiamo ai nostri professionisti, lo dobbiamo al territorio che vuole e merita l’eccellenza. Per noi questo significa professionalità, responsabilità, studio e ricerca, impegno e dedizione.
Significa innovazione tecnologica ed organizzativa, miglioramento continuo, adattabilità, tenacia, perseveranza.
Correttezza, trasparenza, partecipazione.
La stessa correttezza, trasparenza e partecipazione che, per parte nostra, mettiamo nel modello di relazioni sindacali che ci impegniamo ad applicare e che vorremmo venisse ricambiata. Si tratta di operare una scelta: restare ancorati ai modelli anacronistici delle lotte sindacali dei tempi della rivoluzione industriale o evolversi di pari passo con il contesto sociale ed ambire ad essere i primi della classe anche in questo ambito. L’Azienda ci sta provando e ha promosso l’attivazione di un tavolo sindacale sempre aperto, con incontri frequenti e relazioni fittissime. Quella è la sede per il confronto. Ma lì, anche in occasione dell’ultima riunione, di due giorni fa, le stesse sigle sindacali confederali non hanno sollevato il problema.
Se questo silenzio sta ad indicare la loro decisione di procedere per altre vie e fare politica, lì noi non siamo disposti a seguirli.
Non entriamo quindi nel merito delle critiche sollevate sulla stampa. Ci limitiamo a riportare di seguito pochi dati che però ben sintetizzano il nostro impegno per valorizzare, rafforzare e tutelare il nostro patrimonio più prezioso: nell’ultimo triennio, dal primo gennaio 2019 ad oggi, l’ASST Sette Laghi ha assunto circa 1650 persone, con una spesa destinata alle risorse umane superiore di quasi 18 milioni di euro rispetto alla spesa storica.