Si chiude a Varese la stagione dei funghi: i consigli degli esperti per evitare rischi

Varese funghi

VARESE – La stagione dei funghi si avvia verso la sua conclusione in provincia di Varese, ma l’attenzione relativa al consumo e alla conservazione dei funghi raccolti deve rimanere alta. Per questo motivo Ats Insubria ricorda l’attività degli ispettorati micologici, che restano attivi fino a fine mese. Non mancano poi i consigli degli esperti, per evitare che una tranquilla gita nel bosco possa avere conseguenze tragiche.

Come trattare i funghi

Fin dal 1990 in Regione Lombardia sono operativi gli ispettorati micologici. Sul territorio della provincia di Varese sono tre gli sportelli gestiti da Ats Insubria: a Varese, Gallarate e Luino. L’attività proseguirà fino a fine novembre: qui gli orari nel dettaglio. Presso queste strutture è possibile far verificare gratuitamente la commestibilità dei funghi raccolti e ricevere i consigli più adeguati per trattare i funghi prima del consumo (pulizia, quali parti non consumare, tempi di cottura e così via) e indicazioni precise su cosa fare nel caso si verificassero problemi in seguito al consumo dei funghi. L’adeguata informazione consente inoltre di evitare la raccolta di esemplari troppo vecchi e/o alterati di specie commestibili come pure la conoscenza di come trattare il fungo. Tutti i funghi infatti contengono tossine che possono essere termostabili (anche dopo prolungata cottura permangono provocando sindromi importanti), o termolabili (con la pre-bollitura prolungata e successiva cottura vengono eliminate), come nel caso dell’Armillaria mellea volgarmente detta “chiodino”.

Varese funghi

I funghi mortali

Con le abbondanti piogge degli ultimi giorni spuntano i chiodini nei boschi e nella pianura e con loro anche altre specie di funghi tossici, che possono portare al decesso. Tra questi da segnalare l’Amanita phalloides, che come altre specie contiene quantità elevate di alfa-amanitina: sono sufficienti 20 grammi di una di queste specie per avere intossicazioni gravi, anche mortali, che in alcuni casi possono portare al trapianto di fegato. L’intossicazione più frequente e più grave è la sindrome falloidea, determinata dall’ingestione di Amanita phalloides, Amanita verna, Amanita virosa, ma anche da altri funghi come le Lepiote di piccola taglia: la tossicità è legata alla presenza di amatossine. In caso di comparsa di sintomi a seguito di ingestioni di piatti a base di funghi spontanei, a maggior ragione se si tratta di funghi non controllati, è necessario recarsi con tempestività al Pronto Soccorso. Si raccomanda inoltre di portare con sé tutti gli avanzi di funghi (cotti, crudi, resti di pulizia) e se altre persone hanno consumato gli stessi funghi è indispensabile contattarli immediatamente e inviarli al Pronto Soccorso.

I consigli dell’esperto

Il dottor Gianni Giana, componente del Comitato scientifico nazionale dell’Associazione Micologica Bresadola, sottolinea i rischi principali della raccolta di funghi. «Numerosi raccoglitori fanno incetta di cospicui esemplari di funghi spesso non rendendosi conto dei rischi che possono correre, poiché tra i funghi vi sono anche le specie tossiche che possono provocare il decesso». Ecco perché in caso di qualsiasi dubbio è fondamentale rivolgersi agli esperti. «I funghi mortali sono ben noti ai micologi, che sono in grado di riconoscere le specie che contengono alfa-amanitina, la tossina più pericolosa che produce danni irreversibili. Il riconoscimento dei funghi richiede formazione ed addestramento, dato che i funghi si presentano con forme molto variabili soprattutto per l’influenza delle condizioni ambientali e climatiche: è, quindi, sempre utile una verifica da parte di un micologo». Infine un altro consiglio destinato a chi si improvvisa “fungiatt” mettendo a rischio la propria salute. «Bisogna evitare l’utilizzo di metodi empirici di riconoscimento dei funghi velenosi basati su credenze popolari, ancora molto diffuse. Si possono commettere anche gravi errori dando credito ad affermazioni relative alla rimozione delle tossine dei funghi, togliendo alcune parti dagli esemplari».