Soldi riciclati tra Svizzera e Inghilterra: sequestrati beni per più di 3 milioni

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VARESE – Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di un imprenditore ritenuto responsabile dei reati di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e tributari. Nel frattempo è stato eseguito il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni, per circa 3 milioni e mezzo di euro, riconducibili anche agli altre 14 persone indagati a piede libero.

Al lavoro consulenti e promotori

I provvedimenti sono stati emessi al termine di un’indagine coordinata dal pubblico ministero di Milano Gaetano Ruta, in merito all’illecito messo in atto dall’imprenditore che, servendosi della collaborazione di alcuni “consulenti e promotori di servizi”, avrebbe nascosto all’estero ingenti somme di denaro, per lo più provenienti da evasione fiscale in Italia. Nel corso dell’indagine è stata documentata l’operatività di un’associazione per delinquere, attiva tra l’Italia (Milano e Torino) l’Inghilterra e la Svizzera, che consentiva ai coinvolti di usufruire del trasferimento di ingenti somme di denaro, patrimoni immobiliari, assets di aziende in crisi in territorio estero per eludere eventuali provvedimenti di natura cautelare reale. L’organizzazione metteva a disposizione dei propri “clienti” alcune società cartiere che, tramite l’emissione di fatture false, fornivano giustificazione formale al drenaggio verso l’estero del denaro. Una volta uscite dall’Italia, le disponibilità finanziarie venivano impiegate in ragione delle esigenze dei richiedenti.

Metteva tutta la loro esperienza nell’evadere a disposizione dei clienti

Fra le opzioni che venivano offerte vi era la possibilità di impiego delle somme in investimenti di natura finanziaria o immobiliare oppure potevano finire su conti correnti accesi presso istituti di credito russi – precedentemente intestati al cliente-  che erano muniti di carte di credito liberamente utilizzabili Italia in maniera del tutto anonima. Inoltre le disponibilità finanziarie potevano essere destinate ad una società finanziaria di diritto danese che, stipulando un fittizio contratto di finanziamento con il cliente, consentiva a quest’ultimo di rientrare in possesso del proprio capitale ormai ripulito. Le Fiamme Gialle con tale operazione hanno ricostruito quello che si può definire un vero e proprio servizio di “riciclaggio professionale” offerto da soggetti che mettevano a disposizione della clientela le proprie conoscenze, strutture ed esperienze illecite.

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