Vecchie e nuove dipendenze: Regione Lombardia approva la nuova legge

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MILANO – Regione Lombardia fa da apripista ad un nuovo sistema di intervento sulle dipendenze. E’ stato approvato oggi, mercoledì 2 dicembre, in consiglio regionale il progetto di legge di intervento sulle dipendenze patologiche. Il relatore è stato il leghista Emanuele Monti, il quale dopo il voto ha dichiarato: «E un atto che segna la ripartenza di Regione su una tematica non legata all’emergenza Covid e rivolta ao cittadini più fragili. Un tema dove il governo centrale è assente, tanto che non ha nemmeno previsto un sottosegretario e messo un euro. Noi invece con questa legge, che in sostanza è una vera e propria riforma, stanziamo anche 20 milioni in più portando il budget complessivo a 170 milioni di euro l’anno».

Lombardia all’avanguardia

Lo afferma Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia e relatore del PdL 133 “Nuovo sistema di intervento sulle dipendenze patologiche”, approvato dall’assise regionale durante la seduta odierna.

«Il progetto di legge che oggi abbiamo approvato – spiega Monti – si propone di ridefinire il sistema di intervento in ambito di dipendenze patologiche, introducendo concetti innovativi come l’aggancio e la diagnosi precoce, i programmi di cura e riabilitazione e l’ampliamento della presa in carico non solo del paziente ma anche dei famigliari. Un’attenzione particolare è rivolta alla cura dei minori e al loro recupero sociale e formativo. In Lombardia, l’andamento del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope non ha mostrato alcuna inversione di tendenza negli ultimi anni, specialmente per quanto riguarda l’utilizzo di cannabis e droghe sintetiche».

I numeri

Le persone prese in carico nel 2019 dalle strutture pubbliche e private sono state 49.597, in leggero aumento (+2%) rispetto all’ultimo triennio. La maggior parte di loro viene presa in carico per dipendenza da oppiacei (40% dei casi) o da cocaina (35% dei casi) mentre il 25% degli under 30 consuma almeno una volta al mese droghe sintetiche o cannabis.

Non solo dipendenze da sostanze illegali ma abbiamo volutamente rivolto l’attenzione anche alle cosiddette nuove dipendenze come l’abuso di farmaci, il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo e la dipendenza da internet. «È sbagliato pensare che questo tipo di fenomeni siano meno invasivi, in realtà sono espressione di un profondo disagio psichico che necessita di un’efficace presa in carico. Molto importante anche l’aspetto della doppia diagnosi: circa il 20% degli utenti è dipendente da due o più forme di disagio psichico. Per far fronte a questo problema sociale, abbiamo, come gruppo Lega, fortemente voluto questo progetto di legge, di cui sono relatore e primo firmatario».

Presa in carico multidisciplinare

«Le nuove disposizioni normative – argomenta il consigliere Monti – metteranno le unità d’offerta in condizione di operare in maniera rapida ed efficace su un fenomeno in continua crescita, attraverso l’azione sinergica di tutto il Sistema Sanitario Regionale, superando la logica della prestazione verso una presa in carico multidisciplinare. A tal fine, il progetto di legge ha istituito il “Comitato di Indirizzo e Coordinamento in Area Dipendenze”, un organo presieduto dal presidente della giunta regionale, che ha il compito di collaborare alla realizzazione degli atti di giunta in materia di dipendenze, necessari per l’attuazione delle politiche regionali».

A livello territoriale, presso le Ats, è costituita la Rete Diffusa Dipendenze (Re.Di.Di.), al fine di promuovere, organizzare e coordinare l’interazione sinergica dell’attività erogativa delle diverse componenti pubbliche e dei soggetti privati accreditati. Vi partecipano tutti gli attori sanitari e sociosanitari del territorio. Inoltre, ogni Ats, sempre nell’ambito del territorio di competenza, costituisce, in accordo con almeno una Asst, un Irccs o altro soggetto di ricovero e cura accreditato, una Equipe Specializzata Ospedaliera Dipendenze (E.S.O.D) per il trattamento della disintossicazione e di situazioni cliniche complesse. Per quanto concerne il superamento della frammentazione delle unità di offerta residenziali e semiresidenziali, Regione Lombardia le converte in Centri di Cura e Riabilitazione per le Dipendenze (C.R.D), e ne aggiorna i criteri di accreditamento. I CRD, all’interno della dotazione di posti letto accreditati, possono offrire programmi specializzati, terapeutici, educativi e di doppia diagnosi.

I minori

Per i minori, invece, viene istituito presso la direzione generale Welfare il Coordinamento di Prevenzione e Presa in Carico, con lo scopo di garantire su tutto il territorio regionale la presa in carico, il trattamento e la riabilitazione dei minori con particolare attenzione all’area penale minorile, agli adolescenti, ai minori in carico ai servizi sociali, alla neuropsichiatria infantile e all’area della formazione professionale. Ad ogni utente viene promossa la possibilità di accedere a percorsi formativi qualificanti volti all’inserimento lavorativo e alla totale inclusione sociale. Infine, con l’obiettivo di favorire il coinvolgimento della società civile nel contrasto allo sviluppo delle dipendenze patologiche, vogliamo promuovere la partecipazione degli enti del Terzo settore ai progetti di prevenzione, ai programmi di cura e di reinserimento sociale.

Legge e fondi

«Molto importante – aggiunge il presidente della Commissione, Emanuele Monti, – la dotazione finanziaria di questa riforma. Alle risorse già previste nell’ambito del provvedimento di Giunta relativo alle regole per la gestione del Servizio Sociosanitario Regionale, questa legge stanzia ulteriori 16,5 milioni già sul prossimo esercizio finanziario, portando la dotazione complessiva a 169 milioni di euro”.
“Sono molto soddisfatto del percorso istruttorio del PdL 133 – conclude – durante il quale abbiamo incontrato professionisti di altissimo livello come il Procuratore della Repubblica presso il tribunale dei minori di Milano, Ciro Cascone, e oltre 60 rappresentanti del mondo delle comunità, dei SERD e degli SMI. Abbiamo accolto anche molte proposte pervenute dalle minoranze proprio per dare una risposta unitaria alle criticità del fenomeno. Questa riforma farà da capofila per il sistema delle dipendenze a livello nazionale. La Lombardia si dimostra ancora una volta il modello da seguire».

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