Medici di base in pensione a Vergiate, Astuti (Pd): «È il fallimento del sistema»

VERGIATE – Il tema della sanità lombarda, con tutti i suoi risvolti che portano a «un sistema che ha fallito». Ma soprattutto un focus sulla medicina generale, la questione più calda a Vergiate, che da settimane alla ricerca di una soluzione di fronte ai troppi pensionamenti dei medici di base. Con il rischio di lasciare scoperto un servizio fondamentale per i cittadini che hanno bisogno di ricette e consulenze. Ne ha parlato ieri, 17 febbraio, il consigliere regionale del Partito Democratico e capogruppo in commissione sanità, Samuele Astuti.

La risposta a Vergiate

Al centro, la medicina generale, parte di «una scarsità feroce di personale sanitario». I medici sono in calo «e non vengono rimpiazzati». Intanto, «si è investito poco su di loro», ha detto. Ma poi «invece di permettere di avere 1500 assistiti, in alcuni casi si è arrivati anche 2200. E non è una soluzione strutturale». Focale, poi, la questione burocratica. «Oggi il 30% del tempo di un dottore è dedicato alle pratiche amministrative, che potrebbe essere utilizzato per prendersi cura dei pazienti». Una risposta per il territorio è la casa di comunità. «Un luogo dove si può unire sanità, sociale e socio-sanitario. Che include assistenti sociali, con qualcuno h12 per 6 giorni alla settimana che dia risposte sia mediche che infermieristiche. E che tiene da parte le pratiche amministrative».

La sanità lombarda

Da qui, una panoramica sulla sanità lombarda. A partire dalla riforma sanitaria, approvata lo scorso novembre, ma con il governo che si è già attivato perché vengano recepite alcune modifiche. Sulle Ats, «un modello che ha fallito, non ha dato risposte e non ha costruito una programmazione territoriale». Ma anche l’importanza di «mantenere separati il pubblico e il privato, perché sono realtà radicalmente diverse». E ancora, i disagi «legati alle liste di attesa, al sovraffollamento del Pronto soccorso e alla continuità assistenziale». Fino all’organizzazione e alla gestione dei vari distretti. Tutti fattori per cui è necessaria «un’inversione di rotta». Come? Programmazione, «per far capire alla gente che é importante andare andare oltre le Ats». Universalità, perché «oggi non è vero che avere soldi e non averli è indifferente rispetto alla capacità di cura». E rivendicare la capacità «vera e profonda» in merito alla sanità di prossimità.

«Il fiato sul collo»

Ad fare gli onori di casa, il segretario del circolo cittadino del Pd, Monica Colombo: «Quello della sanità lombarda è un tema scottante, che in questo periodo ci ha toccato molto da vicino. Lo riteniamo un impegno civile e politico rispetto alle scelte attuate dal governo di centrodestra della regione, che riteniamo discutibili e ovviamente migliorabili». E ancora: «La comunità vergiatese si è accorta delle difficoltà con cui Asst Sette Laghi ha gestito la pandemia. E come risulti difficile chiedere un nuovo medico».

Così il sindaco Daniele Parrino: «Ciò che mi interessa, ora, è una soluzione. Ho avuto contatti con Ats, mi è stato detto che mancano figure professionali ma che è importante trovare dei sostituti. Solo un’intenzione, non è molto, ma almeno è positivo. Al momento stiamo tamponando, sfruttando le disponibilità del nostro ambito, quindi Comabbio, Ternate, Travedona, Ispra o Varano. Ci saranno poi dei bandi, sperando che possano portare un medico. Inoltre, nei prossimi giorni potrebbe arrivare una terza figura professionale: un medico, già laureato, che però non ha ancora concluso la sua formazione, a cui verranno assegnati circa 600 assistiti». E ha concluso: «Staremo col fiato sul collo ad Ats».

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