Nasce la banca dati della zona industriale di Busto. Tovaglieri: «Ora il rilancio»

BUSTO ARSIZIO – «Le imprese della zona industriale hanno saputo affrontare la crisi e il polo produttivo di Busto Arsizio, oggi, continua a essere un punto di riferimento importante. E potrebbe anche trovare una rinnovata spinta con la riqualificazione e il rilancio del polo ferroviario intermodale, che qualche settimana fa è stato definitivamente acquistato da Ferrovie Nord». A tracciare il quadro è il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Isabella Tovaglieri, che da qualche giorno ha sulla scrivania lo screening effettuato sulla zona industriale di Busto Arsizio. Una vera e propria banca dati.

busto isabella tovaglieriSono 49 le attività produttive, di cui 5 cooperative, che operano nella zona industriale tra Sacconago e Borsano. Le prime attività sono arrivate nei primi anni Settanta e prima ancora che ci fosse una legge ad hoc che dettava la creazione di arre industriali ad hoc. «Il nostro polo produttivo – dice il vicesindaco – è un esempio di lungimiranza dei bustocchi. Tanto che ancora oggi, a distanza di quasi 50 anni, vanta ancora ottime potenzialità di sviluppo». Ed è per questo che gli uffici dell’assessorato guidato da Tovaglieri hanno lavorato, anche sullo spunto dei bandi Attract, a un dettagliato studio. Uno strumento utile proprio in caso di nuove possibilità di sviluppo.

«L’obiettivo è “fare una fotografia” dello stato attuale. Capire quali sono ancora le aree libere di proprietà pubblica, se vi sono situazioni di dismissione o di ampliamento e tutta un’altra serie di dati. Una banca dati di questo tipo, oltre che il polso della situazione, consente di avere sempre il quadro ben chiaro nel momento in cui vi sono operatori che, intenzionati a investire, si rivolgono al comune. Che non ha certo un ruolo di intermediario. Però può fare da facilitatore. Quello fatto dai funzionari è stato un lavoro impegnativo, che ha richiesto una serie di sopralluoghi e il coinvolgimento delle attività di categorie e che tornerà molto utile».

Dallo studio fatto è anche emerso com’è mutata la produzione nel polo industriale nell’arco di questi anni e soprattutto negli ultimi decenni. Un tempo votata quasi esclusivamente al tessile, oggi le imprese attive in quel settore sono residuali. Tutte però di altissime qualità e gamma. «Le nostra attività – continua Tovaglieri – negli anni della crisi hanno saputo non solo reagire, ma anche mettere in campo nuove strategie e riconversioni. Oggi, infatti, si conta una presenza significativa di imprese meccaniche, ma soprattutto di attività che completano l’intera filiera della plastica».

Il vicesindaco pur non possedendo la sfera di cristallo prova a leggere, per il futuro, alcuni recenti segnali. «Nel 2018 il Comune ha assegnato due lotti in zona industriale per importanti ampliamenti di attività. Leggo poi in maniera positiva la cessione del polo intermodale da parte della Provincia di Varese. Questo perché chi ha acquistato lo scalo è stata Ferrovie Nord. Una scelta che lascia intendere la volontà di investire e rilanciare su quell’infrastruttura e che, se davvero venisse riattivata e non più utilizzata come semplice deposito dei vagoni, potrebbe davvero dare un ulteriore impulso alla zona industriale».

zona industriale busto – MALPENSA24