25 Aprile 2020: l’ho accolto in silenzio

25aprile silenzio masi
No, non è indifferenza il mio scostarmi da alcune esternazioni e dissertazioni : politiche, religiose culturali e quant’altro, molto spesso senza costrutto e che li finiscono; né dipende dal fatto che io mi senta inadeguata a sostenere un dibattito con persone certamente più dotte di me. Il fatto è che, con l’avanzare degli anni sento sempre più urgente il bisogno di silenzio per fare il sunto delle mie esperienze e per valutarne la validità.
È finito il tempo delle battaglie, basta averne vinta una per sentirsi alla pari con i doveri per cui si è nati; è terminato il tempo delle passioni, dell’impeto che ti sospinge verso il gruppo con cui condividere idee e ideali.
Impari a condividere anche a distanza. Escluso dal mondo del lavoro e della vita produttiva, pure tu sei tentato di escluderti dagli altri perché in quella esclusione in fin dei conti ci stai bene. Sì, ora che hai finalmente capito: i cambiamenti, per essere veramente tali e duraturi, e non semplici mode, hanno bisogno di lunghe pause e lunghe riflessioni. I tuoi anni sanno perché talvolta devi ascoltare gli altri e te stesso e hai acquisito la capacità di riassunti brevissimi ove precedentemente facevi, accettavi, tiritere, talvolta urlate, molto spesso inconcludenti.
Silenzio. Come il silenzio che accoglieva la sera nelle caserme, come il silenzio che cala sulla vita dei morti, di tutti i morti della terra, prima o poi. In silenzio ho accolto questo 25 aprile 2020, con sfumature che non avevo mai recepito in passato. Un breve filmato mai visto: alcuni attori di cinema passeggiano e si soffermano a leggere le targhe affisse con i nomi dei partigiani, targhe per l’occasione bardate con qualche fiore. Ho chiesto alla mia pianta di alloro di donarmi un rametto di sue profumatissime foglie, l’ho posato sul tavolino e ho acceso una candela in memoria di chi contribuì alla liberazione da un regime stolto.
Se quel giorno i poveri morti avessero potuto esprimere il loro pensiero, sicuramente avrebbero sorriso nel vedere alcuni migliaia, forse milioni, di persone che fino al giorno precedente avevano alzato la mano destra dritta davanti a sé in segno di saluto, agitarla ora inneggiando al nuovo “regime”, la libertà. Loro, i morti, ora sanno che l’animo umano ha molte sfaccettature, una è quella della paura.
Silenzio, dicevo. In questo silenzio, cui si aggiunge il silenzio obbligato dal tacere dei trasporti e della gente chiusa nelle case per timore che il virus infetti, scrivo le memorie di quel giorno e dei giorni e anni che lo seguirono: altre guerre qua e là nel mondo, con le loro news, le tregue con i soprusi legalizzati. Polemica? Quietati, animo ribelle che ancora talvolta sussulti!
Mi è arrivato un breve filmato: bambini, dagli abiti mi sembrano indiani, cantano nella loro lingua il nostro canto della libertà. E’ bello che gli Italiani trasmettano al mondo questo ideale. Altri Paesi si sono accodati, l’Italia e il suo giorno di gloria.

Non occorre attendere il XXV aprile del prossimo anno. Se vita mi darà vita, quando uscire di casa in sicurezza sarà possibile, andrò anch’io in cerca delle lapidi di quei ragazzi e madri e padri che ebbero quel che ai più manca: il coraggio.

Adriana de Carvalho Masi
25aprile silenzio masi – MALPENSA24