Busto, il ricordo di Angioletto Castiglioni è ancora vivo: «Un testimone della verità»

BUSTO ARSIZIO – Per Angioletto Castiglioni arriva un raggio di luce in una giornata di pioggia. Il partigiano deportato, testimone vivente della tragedia dell’Olocausto, è stato commemorato tra il tempio civico e il cortile di palazzo Gilardoni a dieci anni esatti dalla sua scomparsa, che risale al 24 maggio 2011. Il suo ricordo è vivo, ed è destinato a continuare a seminare, come lo stesso Angioletto aveva fatto per anni portando la sua testimonianza nelle scuole. «La memoria – sintetizza l’assessore all’educazione Gigi Farioli – è la vita che vince contro il tempo e contro la morte».

La celebrazione

Una commemorazione confinata sotto i portici del palazzo municipale, per la pioggia, prima che spuntasse un raggio di luce. Angioletto è stato ricordato con una cerimonia sobria ma piena di emozione. Grazie alle toccanti canzoni eseguite dal coro del Liceo Candiani Bausch, diretto dal maestro Andrea Cappellari: dal tema del film “La vita è bella”, una delle più celebri pellicole sulla tragedia dei lager nazisti, alla suggestiva “A million dreams”. E grazie al susseguirsi di interventi che hanno ricordato la figura di Angioletto. «Siamo emozionati, il cuore batte – le parole di Anna Longo, presidente dell’associazione Amici di Angioletto – siamo felici di vedere i gonfaloni della Croce Rossa e degli Alpini, a cui Angioletto era legato, e gli studenti verso i quali per tanti anni ha seminato in modo attivo». Un motivo di speranza, nel solco dell’insegnamento dell’ex deportato: «Perché i giovani di oggi sono forti come i giovani di ieri».

Gli interventi

«Non era possibile rimanere indifferenti alla sua storia» sottolinea il sindaco Emanuele Antonelli, che ricorda il «testamento spirituale» lasciato da Angioletto. «La nostra società ha bisogno di amore – la citazione del primo cittadino – il nostro impegno è ad ascoltare i suoi insegnamenti e portare il suo testimone ai giovani». Il presidente di Anpi Liberto Losa ricorda di Angioletto «l’attaccamento alle istituzioni e l’amore per la democrazia. I suoi 50 anni alle sedute del consiglio comunale ci insegnano che è indispensabile che ci sia una presenza, che non è controllo ma testimonianza critica che aiuta le istituzioni, nella logica secondo cui sono parte di noi». Intervengono, riportando i ricordi di Angioletto, anche il vicepresidente degli “Amici” Ernesto Speroni e Ivano Mariconti, figlio di Gianfranco, deportato a Flossemburg insieme a Castiglioni. Nelle prime file ci sono anche il prevosto monsignor Severino Pagani, il presidente del consiglio comunale Valerio Mariani, la vicesindaco Manuela Maffioli, il candidato sindaco del Pd Maurizio Maggioni e diversi assessori e consiglieri comunali (Osvaldo AttoliniPaola Reguzzoni, Salvatore Vita, Roberto Ghidotti).

«Angioletto, una bandiera»

«Era una bandiera, incarnava un ideale – il ricordo del presidente nazionale dell’associazione ex deportati Dario Venegoni, nipote di Mauro, il partigiano trucidato dai nazisti tra Busto e Cassano nel 1944 – era una di quelle persone che, lo dico da laico, ci dà l’impressione della santità, di un’altra categoria. Più alte e più ispirate di noi comuni mortali». L’ex sindaco Gigi Farioli, che lo omaggiò con l’intitolazione della sala consiliare e della “pietra viva” di fronte al Tempio civico, ricorda di Angioletto il «vero sentimento civico», ma soprattutto la sua scelta di incarnare il ruolo di «testimone, non solo deportato o partigiano» per consegnare soprattutto ai giovani «la verità di quell’inferno che visse a Flossemburg». Perché «la memoria è la vita che vince contro il tempo e contro la morte».

Liliana Segre «idealmente» a Busto con i ragazzi per il ricordo di Angioletto

busto arsizio angioletto castiglioni – MALPENSA24