A Legnano c’è fame di sport… al femminile

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LEGNANO – Si è svolto giovedì 28 aprile al Liceo Galilei di Legnano l’incontro “Il valore della donna nello sport: esperienze dal Legnanese”, in collaborazione con l’Associazione italiana arbitri-Sezione di Legnano e con il patrocinio del Comune. L’incontro si è articolato in due parti: la prima, rivolta in particolare agli studenti della classe V Liceo Sportivo impegnati in un progetto scolastico sull’arbitraggio, si è concentrata sull’inclusione delle donne nel mondo del calcio e sulle opportunità nel mondo arbitrale per le ragazze; la seconda ha visto l’intervento dell’assessore allo Sport, Guido Bragato, del presidente dell’Associazione società sportive legnanesi, Carlo Bandera, e di due atlete legnanesi: la giavellottista Sara Jemai e la nuotatrice Giorgia Lutri (nella foto).

Essere arbitro: un’opportunità anche al femminile

Lo stereotipo vorrebbe la figura dell’arbitro di calcio come un ruolo esclusivamente maschile, mentre nella prima parte dell’incontro è stato dimostrato il contrario. A chiarirlo le testimonianze di alcune ragazze appassionate all’arbitraggio e la presentazione dei risultati raggiunti in Italia e in Lombardia.

Era il 1971 quando debuttava la livornese Giovannella Pantani: prima “donna-arbitro”, impegnata in una gara di campionati amatoriali e non Figc, in quanto le norme federali non permettevano il suo inquadramento nell’Aia. 41 anni dopo, al Galilei intervengono due studentesse raccontando la loro esperienza come arbitro: Anita Costa (ex liceale) e Matilde Barlocco (studentessa del Liceo Galilei), inquadrate nelle categorie provinciali e nel progetto “Woman Referee”, un programma di formazione e potenziamento promosso dal Comitato regionale arbitri della Lombardia (Cra) e finalizzato ad abbattere le barriere di genere. Anita e Matilde hanno sottolineato come essere arbitro sia un’opportunità non solo sportiva, ma anche di vita e di coinvolgimento in una realtà associativa dinamica e promettente.

Il loro intervento ha fatto da “assist” per il responsabile del progetto Cra Lombardia-Woman Referee, Biagio Muscella, che, dopo un’introduzione storica, ha presentato numerosi dati sull’impiego delle donne nel mondo dell’arbitraggio a livello nazionale e regionale… e il lungo cammino ancora da compiere.

La Lombardia, pur essendo una delle regioni con l’organico femminile più numeroso, conta solo 5 arbitri nei quadri nazionali, un numero che il Cra si è ripromesso di migliorare. «Come Cra Lombardia – ha affermato Muscella – ci siamo chiesti che cosa avremmo potuto fare, di concreto, per sviluppare anche nella nostra regione un movimento arbitrale dove le donne arbitro possano avere un ruolo di primaria importanza, non legato a un discorso di quote rosa o a percorsi privilegiati, bensì frutto del lavoro e dei risultati oggettivi ottenuti sui terreni di gioco».

Da qui la nascita del progetto Woman Referee, un organico selezionato, formato dalle 21 associate già inserite nei quadri regionali (che quindi hanno già mostrato indubbie qualità) e da 37 donne arbitro ancora inquadrate a livello provinciale: numeri che rappresentano il 30% delle associate Aia in Lombardia.

E i risultati si già si vedono: a metà stagione 2021/2022 ben due esordi di ragazze in Eccellenza – la massima categoria regionale – e un sicuro ritorno motivazionale in tutto il gruppo. A raccontarlo è stata Rossella Daidone, arbitro di Eccellenza proveniente dalla Sezione Aia di Palermo e oggi trasferita per lavoro alla Sezione Aia di Seregno: «L’associazione ti permette di vivere questa passione ovunque. Sono venuta qui per lavoro da un contesto completamente diverso, anche come calcio giocato. Dopo due gare di Promozione sono passata in Eccellenza: se in Sicilia tutta la preparazione è disciplinare, qui devo studiare la tattica delle squadre e quando scendi in campo se ti vedono allenata e preparata non cambia niente tra me e un mio collega. A Palermo sono stata la prima donna in regione ad arbitrare una finale di Coppa Italia femminile». Così le soddisfazioni arrivano anche in altri ambiti della vita: «Sul lavoro questa mia esperienza diretta “sul campo” è stata letta come un vero e proprio valore aggiunto. Rapportarti coi calciatori, essere responsabile della terna arbitrale è qualcosa che non impari in nessuna università».

Come ha ribadito al termine dell’intervento Muscella, «come in tutti gli sport, anche nell’arbitraggio tutto quello che conta è avere fame, i risultati poi arrivano».

Essere sportive… a Legnano

La seconda metà dell’evento è stata dedicata allo sport femminile nel contesto legnanese. Dopo un intervento introduttivo del presidente dell’Assl Bandera e il saluto dell’assessore Bragato, Jacopo Mogliani, studente del Liceo Classico, ha intervistato due atlete, la giavellottista Jemai e la nuotatrice Lutri, venuta a Legnano per nuotare da Casale Monferrato. Entrambe le atlete hanno raccontato la loro storia, fatta di allenamenti, trasferimenti, gioie e delusioni.

Si potrebbe parlare di una vita stravolta, ma Jemai e Lutri correggono: «Stravolgere ha un’accezione negativa, diremmo piuttosto che la nostra vita è stata trasformata, perché ha portato per la maggior parte a cose positive. Saremmo disposte a rifare ancora tutto da capo».

La giornalista di Radio Punto Laura Defendi ha raccontato tutto l’evento in diretta streaming. Due ore interessanti e provocanti, che hanno interessato tutti gli studenti presenti e sensibilizzato su un fenomeno così promettente come l’evoluzione dello sport femminile… anche nella nostra città.

Jacopo Magliano

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