A Milano l’ultima zampata è di Ganna, ma il sovrano del Giro è Bernal

MILANO – Alla fine il risultato è quello che tutti prevedevano: vittoria di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers). Ma il Giro d’Italia 2021 ci ha regalato emozioni e brividi anche nella cronometro conclusiva che ha consegnato la classifica generale finale al compagno di squadra Egan Bernal.

Pazza cronometro

Prima è stato proprio Pippo a forare a tre chilometri dal traguardo, a dover cambiare bici a tempo di record e ripartire mentre Edoardo Affini (Jumbo Visma) dietro di lui pedalava a gran ritmo e chiudeva alle spalle del campione del mondo per soli 12 secondi. Poi è arrivato il francese Remi Cavagna (Deceuninck – Quick-Step) che ha clamorosamente sbagliato una delle ultime curve mentre era in lotta per la vittoria finale e ha chiuso secondo e quindi è arrivato Matteo Sobrero (Astana – Premier Tech) che ha visto la crono della sua vita rovinata dal traffico delle ammiraglie nel toboga che portava in Piazza del Duomo, con tanto di pugno rabbioso inferto alla vettura della Groupama FDJ che è rimasta colpevolmente in traiettoria e a bassa velocità.

Ganna non inganna

Fatto sta che alla fine Top Ganna è salito sul gradino più alto del podio proprio come un anno fa e la Ineos Grenadiers ha ripetuto la stessa scena di fine ottobre, affiancando all’iridato la maglia rosa: allora fu Geoghegan Hart, stavolta è Egan Bernal. Pippo ha coperto i 30,3 km con la consueta alta cadenza (oltre 100 pedalate al minuto) e con un rapporto che alternava il 58×14 al 58×13, è stato il primo in entrambi gli intermedi e ha mantenuto il sangue freddissimo al momento della foratura con la repentina segnalazione via radio alla squadra, il salto oltre il manubrio per liberarsi dalla bici e agguantare quella di riserva.

Fiato sospeso

I circa 12 secondi lasciati sul terreno per il tedioso pit-stop (e almeno 3-4 secondi per ritornare a pieno ritmo) potevano risultare fatali a Ganna, che infatti ha seguito con grande apprensione l’arrivo di Cavagna: il campione nazionale a crono francese lo aveva battuto al recente Romandia e stava affrontando il finale in grande crescendo (+13″ al primo intermedio, +18″ al secondo), ma si è auto-eliminato con un dritto alla curva a 90 gradi a -500 metri, cappottandosi e terminando la fatica a 12″ dall’italiano. Rimane il grandissimo rammarico per cosa avrebbe potuto fare Sobrero: il piemontese stava recuperando tantissimo, ma è stato praticamente fermato dal traffico; forse non avrebbe vinto, ma sarebbe stata davvero questione di secondi. Che gran peccato.

Bernal da incorniciare

Nella sfida tra gli uomini di classifica, l’unico che poteva recuperare posizioni in modo concreto era il portoghese Joao Almeida e l’alfiere della Deceuninck – Quick-Step non si è certo risparmiaro. Ha terminato la crono in quinta posizione a 26″ da Ganna, superando sia Hugh Carthy sia Romain Bardet e installandosi al sesto posto, pochi decimi dietro al buon Daniel Martinez. Dei primi tre della generale, Damiano Caruso è stato il migliore, 17esimo a 1’23” da Ganna, mentre Bernal ha chiuso 24esimo a 1’53” e Yates 51esimo a 2’45”. Bernal, tal canto proprio, ha vissuto una lunghissima passerella in maglia rosa, spingendo ma senza rischiare nulla.

Bernal ha vinto sia la classifica generale sia, naturalmente, quella dei giovani. Maglia azzurra della montagna al francese Geoffrey Bouchard (AG2R) e ciclamino dei punti allo slovacco Peter Sagan. La Ineos Grenadiers ha vinto la classifica a squadre, Dries De Bondt (Alpecin-Fenix) è stato il più combattivo e anche il leader dei traguardi volanti mentre il premio fuga finisce a Simon Pellaud.

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