A scuola contro il bullismo. In cattedra i carabinieri di Gallarate

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GALLARATE – Quattordici anni è un traguardo importante, per tanti motivi. Ma a quattordici anni si diventa grandi anche perché, per la legge italiana, si è imputabili e di conseguenza si può ricevere una condanna penale. «Siamo qui per spiegare ai ragazzi che da ora in poi le loro azioni possono avere una conseguenza, vogliamo renderli innanzitutto cittadini consapevoli», spiegano i vertici dell’Arma dei carabinieri di Gallarate questa mattina, 17 settembre, mentre gli studenti si siedono nell’aula magna del liceo di viale di Tigli ad ascoltare una lezione speciale dedicato al bullismo e al cyberbullismo. Si tratta di un’iniziativa che si ripete da cinque anni coinvolgendo le classi prime, fortemente voluta dal capitano della compagnia di Gallarate, Alessandro Brunetti, e dalla dirigente scolastica Nicoletta Danese.

Contro il bullismo

Niente morali, dunque, né tantomeno la pretesa di spiegare ciò che devono o non devono fare. Il segreto degli incontri sul bullismo è responsabilizzare i ragazzi, informandoli che, da ora in poi, una loro azione sbagliata non resta più impunita e le conseguenze possono rovinare la loro intera esistenza. Droga, violenza, furti, atti di prevaricazione rispetto ai loro coetanei sono i quattro ambiti in cui sempre più spesso le forze dell’ordine si trovano a operare quando a commettere un reato è un minorenne. Oggi, rispetto al passato, c’è un’insidia in più ed è naturalmente la rete. «L’accesso facilitato a un mondo che pensano di conoscere, ma di cui in realtà sanno molto poco, rende tutto più difficile», sottolineano i carabinieri. «Noi non ci stanchiamo mai di ripetere di fare molta attenzione a tutto ciò che scrivono o diffondono nelle chat, perché una volta inviato non appartiene più a loro ma è in mano a tutti», aggiunge la docente Patrizia Montesin, responsabile dei progetti dedicati alla prevenzione del cyberbullismo.

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