Accam, il Pd di Busto: Indagine sulle emissioni. Per la Sinistra va subito spento

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BUSTO ARSIZIO – Accam, il Pd chiede l’avvio di un’indagine sulle emissioni dell’inceneritore e sulle sue possibili alternative in prospettiva 2027. Il neonato coordinamento della Sinistra Politica invece invoca lo spegnimento immediato dell’impianto di Borsano.

La mozione del PD

Una mozione in consiglio comunale per invocare l’avvio di un’attività di indagine sulle emissioni dell’impianto Accam: così il gruppo consiliare del PD di Busto Arsizio riporta il tema del futuro della società per lo smaltimento dei rifiuti al centro del dibattito in sala esagonale. Per i Dem (Cinzia Berutti, Valentina Verga e Valerio Mariani) alla luce della nuova “data di scadenza” della permanenza del termovalorizzatore a Borsano, servono «dati oggettivi riguardanti la sicurezza delle operazioni di incenerimento rifiuti» come «base indispensabile per progettare il futuro della società Accam nello svolgimento di attività di incenerimento, in altre attività o nella sua liquidazione», anche in considerazione del fatto che le Best Available Techniques (BAT, ovvero le migliori tecnologie disponibili) «richiedono l’adeguamento degli impianti (di incenerimento) ai criteri stabiliti dalla Comunità Europea entro il 2023». Così il Pd di Busto chiede che il sindaco «si attivi con la società Accam e le università del territorio per avviare uno studio che verifichi le caratteristiche delle emissioni dell’attuale impianto, e quelle delle possibili alternative (a titolo esemplificativo: piattaforma trattamento fanghi, FORSU, impianti di selezione), a tutela della salute dei cittadini e della salubrità dell’ambiente».

La Sinistra per lo spegnimento

Sul tema interviene anche il neonato coordinamento della Sinistra Politica della zona di Busto Arsizio, che senza mezzi termini chiede «le dimissioni del Cda e del direttore generale» di Accam, e contesta la linea impostata negli ultimi mesi. «Il piano voluto dal Sindaco di Busto è stato approvato da una maggioranza risicata, col voto contrario di tutti i comuni dell’Area Metropolitana Milanese – si legge nella nota diffusa dal portavoce della Sinistra Politica Aldo Altieri – il piano risulta inapplicabile e comunque in contrasto con cospicui interessi dei cittadini rappresentati dai Comuni aderenti al Consorzio. Infatti prevede investimenti pubblici molto consistenti per ristrutturare un impianto vetusto, tecnologicamente superato, fortemente indebitato e per di più cederlo ai privati prima che i capitali investiti possano legittimamente rientrare, mettendo molti comuni, come già sta avvenendo, nella condizione di lasciare il Consorzio stesso». Inoltre, segnala la Sinistra, «il core business proprio delle amministrazioni comunali è sempre stato quello di smaltire i Rifiuti Solidi Urbani, il piano invece prevede di bruciare Rifiuti Speciali»: una considerazione che sta creando qualche perplessità anche nei corridoi dei palazzi della politica, visto che con la prossima gara per lo smaltimento dei rifiuti di Agesp si potrebbe verificare il paradosso che Accam non sia più la destinazione dell’immondizia prodotta dai cittadini di Busto Arsizio. Per la Sinistra Politica c’è solo una strada da percorrere: «Si spenga definitivamente l’inceneritore, il cui mantenimento in vita non risulta più sopportabile. È giunto il momento di cercare soluzioni alternative all’incenerimento e di costituire una Nuova Società Pubblica e predisporre un nuovo Piano economico finanziario fortemente innovativo».

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