Accam sempre più preoccupante: deve chiudere immediatamente

busto arsizio comitato no accam

L’aria di ACCAM che si respira è un’aria carica di preoccupazioni: non è più solo quella che esce dai camini e che da 50 anni ci fa temere per la nostra salute e per quella dei nostri cari. È un’aria  carica di preoccupazioni per le domande alle quali nessuno vuole rispondere.
Preoccupazione per una evoluzione pericolosa dell’attività di questa società pensando al nuovo piano industriale a dir poco lacunoso che prevede di incrementare lo smaltimento dei rifiuti speciali senza specificare di che tipo, ed un accordo (o presunto tale) con la società Ecoeridania che si occupa  di rifiuti speciali pericolosi (e non).

Preoccupazione per la continua cattiva e scriteriata gestione aziendale, basti pensare al recente passato dove il consiglio di amministrazione di ACCAM:
– nel 2015 delibera «la data improrogabile di spegnimento dell’impianto di incenerimento entro e non oltre il 31 dicembre 2017»;
– nel 2016, vista l’imminente chiusura dell’impianto e l’elevato costo (300.000 €), ritiene antieconomico procedere ad un rinnovo dell’assicurazione «all risk»;
– nel 2017 rinvia la chiusura di 4 anni portandola al 31/12/2021 “scordandosi” di rinnovare la polizza “all risk”;
– nel 2018 approva un nuovo piano industriale che proroga l’attività di ACCAM di ulteriori 6 anni fino al 31/12/2027, con lo sviluppo di nuove attività in funzione delle tecnologie
disponibili o l’implementazione di progetti innovativi;
– nel 2020 in seguito all’incendio di gennaio e alla mancanza dell’assicurazione “all risk”, ha  di conseguenza dichiarato una crisi di liquidità immediatamente ripianata dai soci; poi la proposta di cedere il terreno per consentire al Comune di Busto Arsizio di diventare socio di  maggioranza; per finire con la richiesta ai Comuni soci di prestare garanzie fidejussorie per una somma di circa 6 milioni di euro che andrebbero a depauperare le già sguarnite casse  comunali soprattutto in questo periodo di grave emergenza.

Preoccupazione perché tutte le notizie che arrivano su ACCAM sono da tempo di grave natura giudiziaria fino a temere il coinvolgimento con la criminalità organizzata:
– nel 2019 lo tsunami dell’indagine “mensa dei poveri” ha visto coinvolto buona parte del consiglio di amministrazione di ACCAM (Presidente, consigliere e 3 membri del collegio  sindacale) oltre ad un esponente politico cittadino con delega alle partecipate;
– cronaca di questi giorni, l’arresto di un consigliere comunale nell’ambito di un’inchiesta su ‘ndrangheta e traffico illecito di rifiuti.

Chiediamo con forza, tenacia e con totale convinzione la chiusura immediata di un inceneritore inquinante e inquinato da tutte le vicende di cui è stato protagonista in questi anni e con un futuro più pericoloso che incerto. 

Comitato No Accam Borsano

busto accam inceneritore comitato – MALPENSA24