Accam, sì alla Newco con Amga e Agesp. Ma Busto si oppone e Legnano si astiene

busto arsizio legambiente accam

BUSTO ARSIZIO – Accam, avanti con la Newco, ma Busto si mette di traverso. L’assemblea chiamata a valutare il piano di salvataggio messo a punto dal Cda e presentato dal presidente Angelo Bellora, si chiude in modo paradossale. Perché la proposta prevede la creazione di una Newco con le società di raccolta dei rifiuti, la legnanese Amga (oggi Aemme Linea Ambiente) e la bustese Agesp. Ma proprio Legnano e Busto non l’hanno approvata: la città del Palio si è astenuta perché il neo-sindaco Lorenzo Radice si è appena insediato, mentre la città che ospita l’inceneritore sul suo territorio ha espresso netta contrarietà nelle parole del sindaco Emanuele Antonelli e non ha partecipato al voto. Insomma, il solito caos e una soluzione che ha i piedi d’argilla. Con il futuro della società di smaltimento dei rifiuti, che si trova in una situazione finanziaria molto precaria, ancora avvolto nelle nubi.

Il piano del Cda

L’atto d’indirizzo approvato a maggioranza (astenuti Legnano, Castano Primo e Rescaldina, assente Busto Arsizio) poggia, come già preannunciato, sulla costituzione di una Newco con la partecipazione di Accam e delle società di raccolta dei rifiuti (la legnanese Aemme Linea Ambiente, ex Amga, e la bustocca Agesp, i due nuovi partner industriali) e sull’attuazione di un piano industriale con orizzonte prolungato al 2032. E con obiettivi ambiziosi, come la riduzione dei costi di smaltimento dei rifiuti e un upgrade tecnologico dell’impianto, per recuperare efficienza ma anche minimizzare l’impatto ambientale.

La Newco con Amga e Agesp

La Newco acquisirebbe da Accam il ramo d’azienda dello smaltimento dei rifiuti (con debiti e crediti) e da Agesp il terreno su cui sorge l’inceneritore, per la capitalizzazione della società. Le quote di partecipazione sarebbero così suddivise: 38% per ALA/Amga, 32% per Agesp (di cui il 12% per il terreno) e il restante 30% per Accam e le altre aziende pubbliche di raccolta. Alle aziende socie sarà richiesta la copertura del fabbisogno di cassa per almeno 3 milioni di euro (a titolo di anticipazioni sui futuri corrispettivi per lo smaltimento dei rifiuti), mentre gli investimenti potranno essere finanziati dalle banche grazie alle garanzie offerte dai partner industriali.

L’opposizione di Busto

Un piano contestato dal sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, in quanto non sarebbe stato condiviso né con il comune né con Agesp, che però avrebbe un ruolo decisivo in questa operazione. «Non posso votare un piano del genere» ha affermato indignato Antonelli, prima di lasciare l’assemblea per partecipare alla riunione dell’ufficio di presidenza del consiglio di Busto. «Avete deciso tutto voi, senza sentire Agesp». Una determinazione che è stata il frutto di un tam-tam di telefonate sull’asse tra Forza Italia, Lega e il primo cittadino, il cui mandato del consiglio comunale era incompatibile con molte delle ipotesi contenute nel piano. E a chi gli ha chiesto di prendere posizione sul piano, ha risposto così: «A me lo dite? L’altra volta io l’ho votato il piano, e qui sono l’unico a non aver cambiato idea in quattro anni».

Un piano alternativo?

Il piano ora dovrebbe passare nei consigli dei comuni soci, ma è chiaro che senza l’adesione di Busto non potrà mai essere messo in pratica. Ed è stato chiarito che a queste condizioni Busto non ci sta. Lunedì 19 ottobre il centrodestra bustocco riunirà un vertice di maggioranza per ipotizzare un piano alternativo. Non facile da individuare, considerando che la Lega continua a puntare sullo spegnimento dell’inceneritore nel 2027, mentre Antonelli sarebbe pronto ad aprire ad una partecipazione di partner privati che invece l’assemblea dei soci Accam aveva escluso. Il rischio, come ha commentato un sindaco al termine dell’assemblea, è che si stia solo «prolungando l’agonia».

busto arsizio legnano accam assemblea – MALPENSA24