Busto, il consiglio: «Accam non si chiude». Ma mezza maggioranza è assente

comitato inceneritore accam

BUSTO ARSIZIO – Il consiglio comunale dice (un altro) no alla chiusura dell’inceneritore Accam. Ma alla prova del voto, che respinge senza suspense la mozione del Movimento Cinque Stelle per lo spegnimento, metà dei consiglieri di maggioranza non c’è. Una casualità (anche se l’altra volta il centrodestra di governo era senza i numeri per votare la variazione al bilancio a favore di scuole e e verde) o con l’avvicinarsi della scadenza elettorale cominciano ad esserci assenze strategiche su un tema così delicato e controverso come il futuro dell’inceneritore?

Ancora Accam

Nell’ennesima seduta consiliare ancora in assetto da lockdown, monopolizzata dalle discussioni sulle modifiche ai regolamenti (erogazioni sociali, ma anche Tari, Imu, Tosap ed entrate), la chiusura è per un evergreen del consiglio comunale: il futuro di Accam. A partire da una mozione illustrata da Claudia Cerini (M5S) in cui si chiede di «avviare una procedura concorsuale per la chiusura dell’impianto di incenerimento». Con il sindaco Emanuele Antonelli che fa sapere che «senza il voto di Busto a favore del piano industriale, avremmo già accompagnato la società in tribunale per il fallimento, non per l’avvio di una procedura – risponde il primo cittadino di Busto – questa mozione è strumentale. Parlate di costi inutili, ma ci sono persone che hanno un posto di lavoro grazie ad Accam. Noi stiamo lavorando per salvare e trasformare questa società. E rispetto il volere della maggioranza di spegnere l’inceneritore nel 2027, anche se la mia idea era un’altra. L’unica alternativa è il fallimento».

Bac: «Prima la salute»

Ma anche Gianluca Castiglioni, consigliere di Busto al Centro, incalza la maggioranza, invitandola a «fermarsi e riflettere con più calma sugli scenari futuri» di Accam: «La salute viene prima di tutto il resto – rimarca Castiglioni – occorre avviare una commissione d’indagine per valutare gli effetti sulla salute legati al cambio di tipologia di rifiuti trattati». Una proposta in linea con quella già avanzata dal gruppo del PD, che vuol vederci chiaro sul maggior conferimento di rifiuti speciali che sta salvando le casse della società. «Non siamo così pazzi da volere un impianto che fa male, viviamo tutti a Busto e ci teniamo alla salute – la risposta del sindaco Antonelli – le norme sono stringenti e tra gli investimenti previsti ci sono anche una serie di piccoli “revamping” per migliorare qualità e sicurezza dell’inceneritore». E sull’aumento al 51% della quota azionaria del Comune di Busto Arsizio, Antonelli chiarisce che si farà «solo se ci sarà un nuovo piano industriale in partnership con altre società e se sarà finalmente un piano in cui ci crediamo».

Mezza maggioranza assente

Ma quando si arriva al voto, nei banchi (virtuali) della maggioranza fioccano le assenze: a quelle di Livio Pinciroli e Paolo Genoni (per l’intera seduta) e di Diego Cornacchia (rimasto senza “device”), si aggiungono quelle dei leghisti Paola Reguzzoni e Alessandro Albani e di Michela Provisione di Idee in Comune, che nel frattempo si sono disconnessi, mentre la neo-collega di partito del sindaco Mariangela Buttiglieri (Fratelli d’Italia) e il fedelissimo di Antonelli, il borsanese Orazio Tallarida (Forza Italia), dichiarano la loro “non partecipazione” al voto. Insomma, per un motivo o per l’altro mezza maggioranza non vota. Ma la mozione per la chiusura di Accam riceve solo i due voti del Movimento Cinque Stelle, mentre PD e Italia Viva si esprimono contro e Busto al Centro si astiene. E su Accam si ripropone quella maggioranza politicamente trasversale che da anni ormai contribuisce a tenere in piedi l’inceneritore.

busto accam consiglio chiusura – MALPENSA24