Addio a Carlo Pravato, il cardanese di 107 anni eroe di Addis Abeba

carlo pravato cardano

CARDANO AL CAMPO – Si è dovuto arrendere al tempo Carlo Pravato, 107 anni compiuti e una vita avventurosa dedicata in gioventù alla Patria e in seguito a creare una famiglia numerosa grazie a un’attività imprenditoriale di successo. Oggi Cardano al Campo renderà omaggio per l’ultima volta a colui che stato per lungo tempo il cardanese più longevo. I funerali si svolgeranno alle 15 alla chiesa del Cuoricino.

Il cardanese più longevo

Carlo Pravato aveva compiuto 107 anni soltanto lo scorso 25 settembre. Ma come si fa a raggiungere un tale traguardo, a battere ogni primato di longevità sul territorio? La sua esperienza insegna che non bisogna mai fermarsi. Il lavoro gli ha consentito infatti di mantenersi lucido, con una mente pronta e attiva. Sette anni fa, quando l’allora prefetto Simonetta Vaccari per celebrare le sue cento candeline lo insignì a Varese dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica concessa dal presidente Giorgio Napolitano, raccontò che tutte le mattine scendeva dalla propria abitazione per recarsi nell’azienda sottostante, interessandosi dell’attività da lui fondata e ora nelle mani dei suoi discendenti. «Eppure sta invecchiando: da qualche mese si concede il riposino dopo pranzo», raccontò con ironia la moglie – scomparsa soltanto un anno fa –  ad alcuni conoscenti in quell’occasione.

Eroe ad Addis Abeba

Ma l’attività imprenditoriale è soltanto l’ultima fase di una vita lunghissima e avventurosa iniziata a Cologna il 25 Settembre del 1911, il giorno della sua nascita. Già, perché Carlo Pravato ha partecipato alla campagna in Etiopia del ’35-’37 e alle operazioni belliche come sergente pilota carrista capo carro per l’intera durata della Seconda guerra mondiale, ottenendo due croci di guerra al merito e una medaglia di bronzo al valor militare per aver difeso ad Addis Abeba i suoi compagni in difficoltà respingendo il fuoco nemico per dodici ore consecutive con una sola mitraglietta. Come combattente pluridecorato faceva parte dell’istituto Nastro azzurro che oggi, attraverso la federazione varesina, gli rende omaggio: «Ha avuto il compito di proteggere col proprio carro un  altro immobilizzato per scingolamento a pochi passi da una munita postazione nemica, fedele alla consegna ricevuta, rimaneva sul posto per dodici ore, rispondendo col fuoco al tiro del preponderante nemico, e rendendo impossibile a questi ogni danneggiamento al carro protetto».

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