Al Pascoli di Gallarate la “Notte nazionale del Liceo classico”

liceo classico gallarate

GALLARATE – Dopo il grande successo delle due edizioni del 2017 e 2018, l’11 gennaio il liceo Pascoli riapre le sue porte per il terzo appuntamento con la Notte nazionale del Liceo classico. Un evento nell’evento, dal momento che la manifestazione si svolgerà in rete e perciò in contemporanea con più di 400 licei italiani.

Percezioni sensoriali

Il titolo della serata è “Le percezioni sensoriali: profumi, suoni e colori”, ma accanto a questo tema verranno proposti spettacoli, esibizioni di canto danza, e musica, giochi e laboratori interattivi, che si susseguiranno ininterrottamente dalle 20 alle 24.  Quella di quest’anno sarà una serata ancora più ricca di iniziative. Merito dell’impegno di studenti e docenti del liceo classico e della collaborazione con diversi studenti e docenti degli altri indirizzi presenti nel polo liceale. Non meno importante il supporto dell’associazione Amici dei Licei e del Comitato genitori che già lo scorso anno ha dato un grande contributo alla realizzazione dell’iniziativa. Non mancheranno il coro e il gruppo teatrale del Liceo. Confermata poi, la collaborazione con il Museo Archeologico degli Studi Patri di Gallarate nell’ambito dell’attività di alternanza scuola-lavoro.

L’intramontabile mondo classico

Quella dell’11 gennaio è una nuova occasione per dimostrare, ancora una volta, che il mondo “classico”, sempre attuale e intramontabile, costituisce il nostro patrimonio forse più prezioso, ispirando ancora oggi le forme più alte di arte, musica, letteratura, ma anche la riflessione sui grandi temi esistenziali e sui problemi della convivenza civile e della integrazione.  L’invito è rivolto a tutti e, in particolare, ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, che si apprestano a scegliere il prossimo corso di studi, alle loro famiglie e a tutti quelli che amano la cultura classica o che desiderano conoscerla perché, come afferma Umberto Eco, «il liceo classico consente di immaginare quello che non è stato ancora immaginato e questo distingue il grande architetto dal palazzinaro».

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