Aldo Albanesi: “il basket di oggi è molto cambiato. Adesso Varese può salvarsi”

Albanesi arbitri basket Varese Trento
Aldo Albanesi, il principe dei fischietti

BUSTO ARSIZIO – Dici arbitro di basket e pensi subito ad Aldo Albanesi. Nessuno mai come il “principe dei fischietti”, nella Hall of Fame della palla a spicchi dal 2007 e ancora oggi 82enne attentissimo a tutte le partite di pallacanestro, nelle palestre e nei palazzetti (fin quando si poteva) della sua Busto Arsizio e della Lombardia oppure (forzatamente) davanti ai canali della tv via streaming. Dici Albanesi e pensi subito alla Pallacanestro Varese, ma anche, indirettamente, alla Dolomiti Energia Trento (prossima avversaria dei biancorossi) visto che il figlio Marco è il responsabile del settore giovanile dell’Aquila.

Il basket di ieri e di oggi

“E’ difficile paragonare il basket di oggi a quello dei miei tempi. Sono due sport completamente diversi, dal punto di vista tecnico, delle regole, delle altezze medie e dell’atletismo. Confesso che qualche volta faccio fatica a ritrovarmi e a considerarlo lo stesso sport di allora. Assistere a partite monotematiche, tutte ciapa e tira e con un abuso del tiro da 3 punti non è per me il massimo della vita. Una volta si curavano di più i fondamentali e alcuni particolari: adesso le gare si giocano a mille all’ora, con tanti alley-oop e il pivot non è più solo una presenza statica in mezzo all’area”.

Gli arbitri di ieri e di oggi

“Oggi gli arbitri sono in 3 e sono aiutati dall’instant replay. Rispetto ai miei tempi sono molto cambiate le regole e alcune sono tuttora in evoluzione: basti pensare ai “3 secondi” che praticamente non si fischiano più e ai passi in partenza. Così come bisognerebbe dare una maggiore oggettività al fallo antisportivo, andando a punire solo un intervento eccessivamente violento. Nel mondo arbitrale c’è stata una specie di rivoluzione: vedo tanti arbitri che passano internazionali quasi subito e che hanno una carriera abbastanza veloce. Trovo che sia giusto così, perché è bello ringiovanire la classe arbitrale anche nelle competizioni internazionali e l’Italia ha alcuni ottimi prospetti. Con il triplo arbitraggio c’è ovviamente più spazio per emergere. E’ anche più facile dirigere una gara, perché i 3 fischietti seguono di più l’azione e coprono tutto il campo. Hanno poi una maggiore tranquillità grazie all’ausilio tecnologico. L’instant replay era una innovazione che avevo curato io nel mio ultimo anno da istruttore, anche se pareva che gli interventi fossero più circoscritti”.

Il campionato della Openjobmetis

“Seguo spesso, quasi sempre, le partite della Openjobmetis Varese. Devo dire che, finalmente, la squadra sembra che abbia cambiato marcia. Dalla tv ho visto in campo una voglia e una grinta diversa, oltre che un ottimo impatto della difesa, che ha consentito di svoltare il periodo negativo e di vincere le ultime due partite. Penso che la Varese di adesso abbia rinnovate speranze di salvezza. Forse in questo momento Reggio Emilia sta attraversando il momento peggiore e non a caso ha cambiato allenatore con l’ingaggio di Attilio Caja. Il blocco delle retrocessioni? Trovo che sia giusto, giustissimo, pensare ad una riforma complessiva dei campionati, comprese le serie minori. Fa bene la Lega Basket a muoversi in tal senso per proporre soluzioni innovative sui format e sulle regole”.

Il progetto Dolomiti Energia Trento

“Sono stato più volte a trovare mio figlio Marco. Devo dire che Trento è diventata una realtà di un alto livello. Ai miei tempi quasi non esisteva la pallacanestro, poi sono stati bravi a coinvolgere la Nazionale con le loro splendide location. La dirigenza della società è seria e il progetto lungimirante, cosi da riuscire pian piano a scalare le categorie del basket. La squadra quest’anno si è impegnata a livello internazionale, mentre in serie A finora ha un po’ deluso. Varese-Trento sarà una partita tutta da giocare. Se la Openjobmetis sarà quella delle ultime due partita, avrà buone possibilità di vincere. Comunque mi auguro che l’anno prossimo siano entrambe in serie A, perché sono due società serie, che se lo meritano e che nobilitano la nostra pallacanestro”.

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