La legalità ad Albizzate si impara a scuola. Grazie al patto tra Comune e carabinieri

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ALBIZZATE – Promuovere la cultura della legalità. Questo l’obiettivo del progetto promosso del Comune di Albizzate: dopo la salvaguardia dell’ambiente un nuovo tassello dell’offerta formativa delle scuole del paese prende forma. Un progetto «Che ha coinvolto le classi della quinta elementare e della terza media», spiega l’assessore all’Istruzione Cinzia Trombino.

Bullismo e telefonini

Un faccia a faccia tra i ragazzi e i carabinieri della stazione di Albizzate guidati dal maresciallo Andrea Foti. «Con i ragazzi delle quinte elementari – spiega l’assessore – sono stati toccati argomenti connessi all’utilizzo del cellulare e dei social, al bullismo e al cyberbullismo. Non abbiamo registrato casi, per fortuna. Ma i ragazzi devono imparare cosa comporta l’utilizzo di questi strumenti». In quinta elementare buona parte dei bambini ha un cellulare e ha accesso a Internet. Seppur sotto il controllo dei genitori questo comporta delle responsabilità. E dei pericoli. «E’ dai pericoli che sono stati messi in guardia – spiega Trombino – Sul web vale lo stesso principio della vita reale: alla larga dagli sconosciuti. Ma non solo: i ragazzi devono imparare cosa comporta la condivisione di una foto, di un video. Devono capire quali responsabilità comportano dei gesti che sembrerebbero semplici e senza strascichi. Quali effetti possono avere sugli altri e su di loro».

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Abuso di alcol anche alle medie

Per i ragazzi della terza media l’asticella si è alzata spostandosi sul consumo di droga e sull’abuso di alcol (anche in questo caso si tratta di prevenzione, nessun caso registrato). «I dati purtroppo ci dicono che, a livello nazionale, non parlo di Albizzate, l’età del primo bicchiere si abbassa sempre di più». Si abbassa sino a circa 12 anni, secondo le statistiche. Con i ragazzini che bevono in casa, di nascosto dai genitori.  E che, da grandi, verso i 15 o i 16 anni, non potendo bere nei locali (è vietato servire alcolici ai minorenni) mandano l’amico maggiorenne al supermercato salvo poi scolarsi le bottiglie in un parco o in piazza. «I carabinieri ci hanno detto che, purtroppo, molti dei loro interventi in questo ambito riguardano proprio situazioni di questo tipo», conclude l’assessore. «I ragazzi pensano di non essere perseguibili. Ma non è così. Noi crediamo che anche questo sia compito della nostra scuola: formazione culturale, ma anche civica, per avere domani cittadini consapevoli e responsabili».

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