Albizzate, la sopravvissuta del Vajont: «Mi hanno ripescata dal fango. Avevo 12 anni»

Albizzate vajont Micaela Coletti

ALBIZZATEMicaela Coletti quel 9 ottobre 1963 era a Longarone quando una massa d’acqua e fango invase il paese portando via tutto ciò che trovava sul suo percorso. Lei, sopravvissuta, ha raccontato l’altra sera ad Albizzate la sua esperienza, le morti, la desolazione, la ricostruzione e tutto ciò che negli anni ha significato per quei territori l’immane tragedia del Vajont.

Senza nulla 

Rimanere in un attimo senza nulla: una paura che si trasforma in realtà e, da quel momento, una vita fatta di tante sofferenze e alla ricerca della giustizia. Quella di Micaela Coletti è stata una testimonianza toccante: lei, bambina di 12 anni che viene ripescata dal fango (unica della sua famiglia) e che dopo la degenza ospedaliera «dove mi sembrava di essere in un sogno dove tutto sarebbe finito prima o poi» viene affidata ad un parente e, da quel momento «ho fatto una vita dove non ho potuto scegliere niente». 

La ricostruzione

Le parole piene di emozione di Micaela Coletti hanno seguito quelle di Francesco Martini, che ha spiegato che cosa quella sera è avvenuto sul monte Toc e come i paesi intorno alla diga siano stati distrutti, mostrando anche che cosa è successo gli anni successivi, ovvero come è avvenuta la ricostruzione e lasciando qualche domanda ai presenti, legata in particolare a qualche incongruenza che si è verificata nel tempo, anche nei confronti delle vittime della strage.

Il prefetto in sala

A moderare la serata Adelio Airaghi, presidente di Volarte Italia e mente di questo evento, e Silvestro Pascarella, direttore de La Prealpina, i quali con domande e interventi hanno guidato i presenti in questo viaggio a ritroso. Da sottolineare inoltre la presenza del Prefetto Salvatore Pasquariello, che ha voluto presenziare a tale evento, dandone ancora più rilevanza e la Sezione Alpini di Albizzate, che hanno idealmente rappresentato tutte quelle giovani penne nere che, per primi, si buttarono nel fango per salvare coloro che la furia dell’acqua non aveva vinto e che si trovarono a recuperare le vittime (se ne stimano circa duemila). Federico Maggio, Assessore alla Cultura del Comune di Albizzate: «Gli anni passano, ma il ricordo resta ed è compito di tutti non dimenticare anche quei momenti di lutto nazionale che costituiscono la storia del nostro Paese. Sono contento che una serata come questa sia avvenuta qui ad Albizzate e ringrazio i relatori, che ci hanno fatto comprendere la complessità, anche sociale, del disastro del Vajont. Un grazie particolare a Volarte Italia e al suo Presidente, che ha permesso tutto questo; eventi di tale calibro sono linfa per la nostra comunità e sono un veicolo per rafforzare ancora di più quello spirito di appartenenza e quell’identità italiana che non è mai possibile mettere da parte».

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