Alitalia, nuovo attacco a Malpensa. Vuole la modifica del decreto Delrio

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MALPENSA – I nuovi salvatori di Alitalia sono pronti a porre come condizione per acquisire la compagnia aerea la modifica del decreto Delrio. Si tratterebbe dell’ennesimo attacco dell’ex compagnia di bandiera a Malpensa, perché modificare l’attuale equilibrio tra i due scali milanesi riporterebbe immediatamente d’attualità il cannibalismo di Linate nei confronti dello scalo varesino.

Il Decreto Delrio

Stando a quanto riporta Repubblica, easyJet e Delta sarebbero pronti a mettere sul piatto un investimento di 400 milioni di euro per ottenere il 40 per cento delle quote. Tra le condizioni avrebbero però posto la modifica del Delrio con un nuovo decreto ministeriale che consenta alle compagnie di volare da Linate anche fuori dall’Europa. Per legge, infatti, oggi il city airport può essere collegato esclusivamente con le città europee, escludendolo dunque da rotte redditizie come per esempio le città russe, Israele e presto anche Londra se andrà in porto la Brexit. Il Decreto Delrio pone inoltre un secondo limite, ovvero quello dei 18 movimenti ora, il secondo tappo che impedisce a Linate di crescere e di cannibalizzare Malpensa. Ma questo, al momento, non sembra essere al centro della trattativa.

Il baluardo leghista

Lo schema dell’accordo, sempre secondo il quotidiano, prevederebbe il posizionamento di circa 30 aerei di medio raggio di Alitalia su Linate, che si affiancherebbero quindi alla flotta easyJet su Malpensa. L’ipotesi potrebbe determinare anche una revisione della distribuzione dei voli easyJet, che potrebbero anch’essi approdare a Linate. Per Malpensa, dunque, potrebbe esserci effetti negativi notevoli, superiori a quelli provocati dal decreto Lupi (che dall’ottobre 2014 ha liberalizzato il traffico di Linate alle città non capitali d’Europa) e poi dal Delrio che di fatto ricalcò il precedente provvedimento. Ora si tenta di infrangere l’ultimo tabù relativo ai confini geografici, consentendo di operare al Forlanini anche con destinazioni extraeuropee. L’ancora politica di salvezza per Malpensa si chiama Lega, partito che – ai tempi di Lupi e Delrio – si oppose a ogni tentativo di liberalizzazione su Linate ergendosi a paladino di Malpensa. Stefano Candiani, oggi sottosegretario agli interni, definì «farisei» i parlamentari Pd che – allora in maggioranza – non si opposero alle manovre del governo Renzi. Sarebbe assurdo pensare che ora l’esecutivo di cui fa parte ne ricalcasse le orme.

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