Allarme ospedali. Pd: «Busto e Gallarate sono al collasso. Stiamo rischiando tutti»

pronto soccorso meningite cardano

BUSTO ARSIZIO – I Pronto soccorso sono al collasso, i reparti in sofferenza, il personale è carente e anche i pazienti cominciano, se possono, a valutare soluzioni alternative. Il Partito democratico accende i fari sullo stato attuale dei due ospedali pubblici di Busto Arsizio e Gallarate, al momento l’unica offerta sanitaria sul territorio in attesa della costruzione di un ospedale unico che chissà se e quando verrà costruito.

Code infinite

Margherita Silvestrini, consigliere comunale del Pd a Gallarate, racconta di aver visto anziani costretti a sedersi a terra in attesa del proprio turno al Pronto soccorso, perennemente intasato. «Una signora di 85 anni è entrata alle 9.30 per un trauma cranico ed è uscita alle 22. E di storie concrete come queste ce ne sono tantissime». Secondo i dem, c’è aria di smobilitazione in entrambi gli ospedali. «Se non fosse per l’eroismo di medici e infermieri che per amore del lavoro fanno ben oltre il proprio dovere, la situazione sarebbe drammatica», sottolinea Giovanni Pignataro. Aggiunge il sindaco di Besnate Giovanni Corbo: «L’ospedale unico non sia l’alibi per la dismissione di fondamentali servizi sul territorio».

Ospedale unico

Secondo il consigliere regionale Samuele Astuti, l’idea dell’ospedale unico Busto-Gallarate è stata lanciata per distogliere l’attenzione dai tanti problemi della sanità lombarda. «Noi non diciamo no a priori, siamo pronti a sederci al tavolo a discuterne, ma ci vuole maggiore serietà. Perché qui si stanno smobilitando due ospedali che funzionavano e per la costruzione del nuovo non ci sono nemmeno i soldi a bilancio». Maurizio Artusa, segretario del Pd a Busto Arsizio, pone sul tavolo altre due questioni: «C’è un problema di volumetria e anche di collocazione della nuova struttura. La nostra non è una posizione preconcetta, ma non possiamo tollerare questa dismissione voluta dei due ospedali esistenti».

Una commissione d’inchiesta

Per tutti questi motivi, i circoli del Pd chiedono una commissione d’inchiesta in Regione sull’Asst della Valle Olona, l’azienda che gestisce gli ospedali di Busto Arsizio, Gallarate, Saronno, Somma e Angera. Ecco il documento ufficiale:

«Il recente appello dei primari delle ASST Valle Olona e Sette Laghi solleva pubblicamente il velo su una questione – quella della cronica carenza di personale nei nostri ospedali – che ci preoccupa in maniera particolare, come cittadini prima ancora che come amministratori.

Nel sud della Provincia il dibattito sulla sanità si è concentrato quasi esclusivamente, negli ultimi mesi, sulla vicenda dell’Ospedale unico fra Gallarate e Busto Arsizio: una prospettiva tutt’altro che concreta, che se dovesse prendere subito le mosse non vedrà comunque la luce prima di diversi anni. Come verrà coperto fino ad allora il bisogno di cura della popolazione dei nostri territori?

Le notizie che continuano a giungere, nel frattempo, da parte di pazienti e operatori sanitari, dipingono una situazione che deve essere attentamente monitorata: particolare apprensione suscita la condizione dell’Ospedale di Gallarate.

Sospesa fra la prospettiva incerta dell’Ospedale unico e la necessità di continuare a funzionare almeno per i prossimi dieci anni, ancora in mezzo al guado della fusione con Busto Arsizio che sta facendo emergere diversi problemi, l’attuale struttura mostra limiti preoccupanti nell’operatività, in particolare per quanto riguarda il reparto di Pronto Soccorso, con inevitabili disagi per i cittadini dei nostri comuni. 

Più fonti indicano che il reparto sia fortemente sotto organico, che a tamponare le carenze siano chiamati medici dai reparti di medicina e chirurgia.

Al personale medico e sanitario deve andare il nostro ringraziamento per le condizioni in cui comunque si prodigano nel prestare la loro opera: la politica dei risparmi ha depauperato gli organici creando condizioni di lavoro difficili, potremmo dire addirittura “pericolose” per i pazienti e per i lavoratori, costretti a prestazioni “veloci”, non supportate da equipe nei numeri e nelle competenze non sempre adeguate alle necessità sanitarie del momento.

Gli ultimi concorsi sono andati deserti, i pochi neoassunti spesso non superano neanche il periodo di prova e abbandonano i nostri ospedali perché toccano con mano le lacune nella pianificazione del lavoro con turni improponibili e organici sempre in sofferenza, non compatibili con una risposta sanitaria che loro per primi vogliono sia efficace e di qualità. I giovani medici vedono anche che per dover correre e cercare di contrastare le evidenti carenze di personale, sono impossibilitati a curare la propria formazione professionale permanente. Il continuo aggiornamento è l’indispensabile prerequisito per garantire professionalità e qualità delle prestazioni. I giovani medici tendono quindi a preferire contratti a tempo determinato in altri ospedali piuttosto che la stabilità in quelli del nostro territorio. Assistiamo ad una fuga del personale sanitario che sceglie altre strutture innescando così un processo a catena che svuota i nostri presidi aggravando ulteriormente la situazione.

Scelte ospedale-centriche hanno inoltre depotenziato la medicina territoriale: il risultato è che la popolazione affolla i pronto soccorso anche per risposte ordinarie che potrebbero essere accolte da medici di base magari organizzati diversamente e coordinati meglio.

Abbiamo buone e formidabili ragioni per essere preoccupati, sia per le conseguenze immediate sia per le ripercussionI nel futuro prossimo. I nostri ospedali non garantiscono cure adeguate e il progressivo pensionamento del personale sanitario, che tra il 2018 e il 2025 è stimato nel 40%, non è bilanciato dagli ammessi ai percorsi universitari e alle specializzazioni

Si avverte, soprattutto a Gallarate, un’atmosfera di smantellamento. Si fronteggiano le emergenze nell’impossibilità di programmare strategie capaci di rispondere ai bisogni immediati e in grado di intercettare quelli futuri.

E’ indispensabile portare all’attenzione degli organi competenti l’urgenza sanitaria che i nostri ospedali stanno vivendo, magari chiedendo una commissione d’inchiesta regionale che convochi la direzione dell’ASST a relazionare sulla situazione, fornendo dati e informazioni utili a circostanziare con accuratezza il problema e a darne una descrizione oggettiva e puntuale.

In seconda battuta, pensiamo si debba coinvolgere l’AST perché eserciti il suo ruolo di coordinamento in ambito socio-sanitario e promuova una medicina di prossimità, proprio quella che è stata depotenziata a favore di scelte sicuramente più economiche ma che niente hanno a che fare con il prendersi cura delle persone: esempio eclatante il gestore unico.

Si inviti la Regione a esercitare il suo ruolo di programmazione pianificando con attenzione gli investimenti per le specializzazioni, sicuramente da potenziare, e adoperandosi per incidere sulle scelte che sono determinanti nel rispondere al fabbisogno di personale sanitario attuale e soprattutto prossimo».

ospedale busto gallarate

 

ospedale busto gallarate – MALPENSA24