Allarme siccità in Lombardia. Le riserve idriche del Panperduto ridotte del 50%

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SOMMA LOMBARDO – «Speriamo che il Padreterno guardi giù». Non può fare altro che appellarsi ai piani altissimi il presidente dell’Etv Villoresi Alessandro Folli, consorzio che, a partire dalla diga del Panperduto di Somma Lombardo, garantisce acqua a mezza Lombardia grazie a una fitta rete di canali che irriga 100mila ettari di terra e produce elettricità per 2000 gigawattora annue. Proprio dal Panperduto, Folli oggi 19 marzo ha lanciato l’allarme, perché in 12 anni alla guida del Villoresi un’annata così dice di non averla mai vista:  «La siccità sta preoccupando l’intera Lombardia. Sui nostri laghi abbiamo una riduzione delle riserve idriche superiori al 50 per cento. Lo scarso innevamento delle Alpi è molto preoccupante, abbiamo almeno due metri in meno. E  se aprile non sarà piovoso, avremo grosse difficoltà a giugno».

Il livello del lago Maggiore

In un clima preapocalittico, l’unica nota positiva, spiega Folli, è essere riusciti a ottenere – non senza difficoltà –  un innalzamento del livello di acqua di dieci centimetri, pari a 22 milioni di metri cubi in più nel bacino del lago Maggiore. «Questo ci metterà nelle condizioni, per il periodo estivo, di avere 8-10 giorni di margine per le aziende agricole e dare un po’ più di acqua al Po nel periodo delle asciutte». Ma il vero obiettivo, ribadisce il presidente del Villoresi, è riuscire a portare il livello del lago Maggiore nel periodo estivo a 1,5 metri sopra lo zero idrometrico. «Con questo livello garantisco acqua tutto l’anno all’agricoltura lombarda e al Po». Ma nel Canton Ticino non ci sentono, e nemmeno sulla sponda piemontese del lago.

Tensione Italia-Svizzera

Si tratta di una questione aperta da anni. E senza tirare in ballo i ticinesi, è innanzitutto una diatriba italiana, tra la sponda piemontese del lago Maggiore (che vedrebbe ridursi notevolmente le già risicate spiagge da offrire ai turisti) e tutti gli interessi ambientali ed economici a valle del Panperduto. «Sul piatto della bilancia, da una parte, ci sono gli interessi di quattro alberghi del Verbano-Cusio-Ossola. Dall’altra diecimila aziende che valgono il 15 per cento della produzione lorda vendibile dell’agricoltura italiana, quel Made in Italy da servire in tavola che viene esportato all’estero per 37miliardi di euro. Senza contare gli interessi ambientali del Parco del Ticino, patrimonio Unesco che senz’acqua viene distrutto. Noi non vogliamo fare la guerra con nessuno, ma questo è il quadro. Dieci centimetri di innalzamento li abbiamo ottenuti, ora vogliamo arrivare alla sperimentazione di 1,5 metri. Io sono certo che non creerà problemi».

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