Lega e Forza Italia, a Roma nemici, nel Varesotto amici. Ma non dappertutto

VARESE – Venerdì sera, 22 marzo, a Castiglione Olona, la Lega varesina apre la campagna elettorale per le amministrative di maggio. Sarà Giancarlo Giorgetti, numero due del partito di Matteo Salvini, a dare l’imprimatur a simboli e candidati. E alle alleanze. Che in provincia di Varese si ripropongono nella stragrande maggioranza dei casi a centrodestra. Con alcune eccezioni, come a Samarate, uno dei tre comuni sopra i 15mila abitanti che, qui da noi, prevedono il ballottaggio. Tutti gli altri, poco meno di un centinaio, votano con turno secco.

Caianiello: il centrodestra ci salverà

Centrodestra, dicevamo, in contrapposizione alla coalizione gialloverde di governo. Centrodestra che proprio Giorgetti, in più occasioni pubbliche, ha dato per morto e sepolto. A differenza di quanto va predicando Forza Italia e, per i berlusconiani locali, con quanto scrive Nino Caianiello su Facebook, nella sua consueta “lenzuolata” della domenica. E cioè: “… Il centrodestra unito ha dimostrato, già dalle elezioni politiche del 4 marzo e in tutte le successive tornate elettorali, di essere vincente e soprattutto di essere l’unico vero antidoto alla confusione e all’incertezza che regna sovrana con l’attuale maggioranza gialloverde”. Per dirla in un altro modo, nemici a Roma, amici a Varese. Come si riesce a convivere nonostante una simile, palese contraddizione?

Bianchi: convivenza possibile

Giriamo la domanda a Matteo Bianchi, parlamentare leghista e segretario provinciale del Carroccio.

Bianchi, come si può convivere?
“I piani sono differenti” è la risposta “A livello nazionale il centrodestra è finito, nel contesto lombardo ha ancora una sua ragion d’essere. Io la leggo così, e non credo di sbagliarmi”.
I vostri alleati, però, la pensano diversamente.
“Anche loro, e mi riferisco a Forza Italia e a Fratelli d’Italia, sanno bene che è impossibile riproporre un centrodestra vecchia maniera: nel frattempo sono cambiate molte situazioni”.
Rimane in essere la contraddizione di fondo. Non crede?
“Nel Varesotto diventa più facile aggregare liste che vanno dalla Lega a Forza Italia a Fratelli d’Italia, liste che investono soprattutto sulle persone. E, comunque, il Varesotto ha sempre avuto una propensione di centrodestra, tanto che dopo una breve parentesi, è stato possibile riproporre un presidente della Provincia d’area, Emanuele Antonelli”.
Cammino in discesa anche perché i Cinque Stelle qui sono deboli?
“Diciamo che le urne del 26 maggio rappresentano una sorta di spartiacque, possono succedere molte cose. Diciamo anche che le elezioni europee sono un test per cercare di capire qualcosa di più. Ma è scontato che dal punto di vista amministrativo non potranno esserci sconvolgimenti”.

Tenere le porte aperte

Eppure sono molte le spinte dei vostri miltanti per andare da soli anche alle amministrative. Lo confermano i dissidi a Samarate e in altre località di una certa importanza, come a Cardano al Campo.
“Ritengo sia giusto che si discuta se sia meglio oppure no correre da soli. Ma all’esuberanza di qualcuno rispondo che si fa in fretta a registrare tonfi repentini. Per questo ogni ragionamento anche a livello locale deve essere ponderato, occorre essere prudenti. Il 30 per cento di cui è accreditato il nostro partito è il frutto della buona politica di Salvini. Di sicuro resisterà nel tempo, ma non si possono chiudere tutte le porte a prescindere”.
A Malnate e a Tradate, a differenza di Samarate, verrà riproposto il centrodestra?
“Il confronto è ora sulle candidature, ma tutti i problemi dovrebbero risolversi a breve”.
A Tradate avete avuto dissidi interni, è vero? Due le fazioni in campo, che fanno rispettivamente capo ai sottosegretari Dario Galli e Stefano Candiani.
“Si risolve tutto, ci mancherebbe. E i confronti non sempre sono negativi se producono gli sbocchi desiderati. Doveroso comunque sottolineare che a livello locale entrano in gioco rapporti personali, questioni tra le persone. E non parlo in modo specifico della Lega, tanto per capirci”.

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