Antonelli-Lega, è guerra. «Il sindaco vive la sindrome dell’accerchiamento»

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Francesco Speroni, segretario bustocco della Lega

BUSTO ARSIZIO – «Antonelli soffre della sindrome dell’accerchiamento, mantiene un atteggiamento sgradevole poiché pretende di ficcare il naso nelle questioni del nostro partito senza appartenere a nessun partito e ha un concetto di democrazia quanto meno attenuato, poiché è stato lui che a inizio mandato ha fatto fuori o cercato di fare fuori i nostri due consiglieri più votati dalla gente».

Sono pesanti le parole che il segretario cittadino della Lega Francesco Speroni usa per rispondere all’attacco sferrato al Carroccio dal primo cittadino bustocco. E sono ancor più pesanti poiché nel tono delle risposte non c’è l’impeto della rabbia, ma la ponderazione dei concetti. Che vengono messi sul tavolo e ribaltano l’immagine della vittima sacrificale che il primo cittadino ha voluto dare di sè con l’intervista rilasciata oggi 1 dicembre alla Prealpina nella quale addossa ogni colpa a Paola Reguzzoni.

Lega compatta

Le parole di Francesco Speroni non fanno altro che confermare quanto emerge anche dalle varie chat della Lega. Dove non sono mancati i messaggi di sostegno al segretario, quelli nei confronti del bersaglio preferito del sindaco, ovvero Paola Reguzzoni e quelli di pesante critica rispetto all’uscita di Antonelli. La sezione del Carroccio «è unita e in piena sintonia – dice Speroni – E anche la nostra posizione sul bilancio è condivisa da tutti. A Busto non comanda Paola Reguzzoni. Lei è la responsabile degli enti locali, partecipa agli incontri e ogni questione e passaggio viene condiviso dal direttivo». E poi aggiunge una stoccata: «Al sindaco dico che io sono e faccio il segretario del partito e che non sono né un commissario e neppure un dittatore».

“Non ci ha mai ascoltato”

«Antonelli è isolato? Ma non può lamentarsi di questo – dice Speroni – poiché è stato lui a isolarsi e mettersi in quella condizione». Basta chiedere “come?”, che il segretario snocciola una serie di episodi che hanno segnato il rapporto conflittuale: «Non volevamo l’aumento delle tasse e dell’Irpef e lui le ha aumentate; lo stesso dicasi per le tariffe cimiteriali, dove ha fatto di testa sua per poi tornare indietro. Non ci ha concesso il quarto assessore, non ha ascoltato il consiglio di fare un rimpasto anche di deleghe e si è rifiutato di dare le deleghe per i lavori sulle strade e per la comunicazione a due nostri assessori in giunta. Insomma non può certo dire che non siamo noi a non voler collaborare».

Visibilità soltanto per lui

Speroni poi prosegue: «Di pari passo alle cose sopra elencate c’è la sindrome dell’accerchiamento e dell’accentramento di cui soffre il primo cittadino. Lo dimostra il fatto che non perde occasione per rubare spazio ai suoi assessori e arriva perfino al punto di imporre, nelle cerimonie, di voler salire sul palco solo lui per avere tutta la visibilità. Atteggiamenti sgradevoli come quando vuole avere ingerenza nei partiti pur non essendo di alcun partito, poiché Antonelli risponde solo a se stesso».

L’elenco delle “cose sgradevoli” potrebbe essere completato con le aggressioni verbali ad alcuni consiglieri comunali, al divieto al vice sindaco Manuela Maffioli di avere un suo ufficio a Palazzo Gilardoni, alle riunioni su temi specifici dove vengono tagliati fuori gli assessori di competenza, e via sommando da quanto gira nei corridoi del Palazzo e appare sulle chat.

Antonelli come Conte

«Io sto alle parole del sindaco il quale ha sempre detto di non voler fare il secondo mandato – spiega Speroni rispetto alla teoria antonelliana che c’è qualcuno che vuol far fuori (politicamente) il sindaco – Detto questo lui ora sostiene che c’è chi vuole farlo fuori? Non vedo il problema dal momento che è stato chiaro sul fatto di non volersi ricandidare. Certo poi può anche fare come il primo ministro Conte, ovvero dire una cosa e farne un’altra. Ma questo è un altro paio di maniche».

Il sindaco si deve “piegare” ma nessuna crisi di giunta

Alle fine è chiaro: sul bilancio la Lega non arretra e non intende farlo. Ha chiesto tempo per valutare e così sarà. E’ chiaro che ora il cerino è tutto nelle mani del sindaco che con la sparata di oggi ha ottenuto il “grande” risultato politico di aver compattato ancor di più la Lega e fatto salire i numeri di chi, nel Carroccio, storce il naso davanti alla sua conduzione centralista e dispotica dell’amministrazione. Sta di fatto che Speroni non parla di crisi e nemmeno di chiusura anticipata del mandato: «Non la vogliamo noi, anche perché non abbiamo bocciato il bilancio abbiamo solo chiesto di poterlo valutare con attenzione. Anche se c’è un dettaglio che non torna. Non capiamo come mai di bilancio non è l’assessore che al momento ha la delega in materia a discuterne, bensì il sindaco che la stessa delega l’ha lasciata da tempo».

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