Appartamenti per papà separati, Somma accelera: c’è il regolamento

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SOMMA LOMBARDO – La palazzina dell’ex Inapli di via Fuser a Somma Lombardo è finalmente sul punto di una svolta. Sono cinque gli appartamenti pronti ad accogliere le famiglie mono-genitoriali e i coniugi separati o divorziati, insieme ai figli minorenni. E che si trovano in una situazione economica difficile, purtroppo non una rarità coi tempi che corrono. Ora però manca solo un regolamento, «un documento oggettivo per valutare le richieste che dovessero pervenire ai Servizi Sociali», ha spiegato l’assessore alla partita, Stefano Aliprandini, ieri, 19 febbraio, in Commissione congiunta Servizi Socio Educativi-Culturali, Statuto e Regolamenti. E da qui si potrebbe aprire la strada verso un eventuale passaggio successivo: un bando che stabilisca i requisiti per usufruire degli alloggi.

Servono paletti

In attesa che il passaggio in consiglio renda il regolamento ufficiale, sul tavolo della Commissione sono stati affrontati i primi punti. Quel che è certo è che «servono dei paletti», come è stato specificato dai professionisti in aula. «Un modo per rispondere alle richieste ed evitare che si crei una lista d’attesa infinta». Fra gli esempi citati anche la residenza obbligatoria a Somma, un indice Isee e il limite di separazione o di divorzio che non sia superiore ai tre anni. Inoltre, tra i requisiti non è stato indicato un limite temporale di residenza, che è nel Comune e quindi «potrebbe essere un mese o dieci anni». Infine alcune linee guida sui provvedimenti da prendere in caso gli inquilini contraessero eventuali malattie contagiose durante il periodo di permanenza; conseguenza, soprattutto, dell’incertezza della pandemia, che non si sa quando terminerà.
Ma aldilà dei cavilli tecnici, sicuramente si tratta di un passo avanti da un punto di vista sociale. Quello delle famiglie separate è un problema che, negli ultimi anni, sta emergendo con forza. E fra assegni familiari e stipendi stirati, sono soprattutto i papà a rischiare di trovarsi per strada. Già qualche anno fa, il parroco di Malpensa aveva lanciato un appello, vedendo che moltissimi padri erano costretti a dormire all’interno dell’aerostazione, perché senza soldi per affittare un secondo alloggio in alternativa al tetto coniugale ceduto ai partner.

Un lungo percorso

Il progetto di riqualificazione dello stabile ha dovuto affrontare ben più di un imprevisto. Quel che basta per etichettarlo come uno dei cantieri più difficili affrontati dal sindaco Stefano Bellaria nel corso del primo mandato. Il piano aveva preso il via grazie a un finanziamento di 200mila euro a fondo perduto da parte di Ats Insubria. Ma le pessime condizioni della struttura avevano obbligato a rimandare la fine dei lavori praticamente fin da subito. Nel 2017 una variante fece lievitare i costi per il Comune di 180mila euro (in aggiunta ai 170 stanziati inizialmente).Poi il termine ultimo fissato per gennaio 2018, nuovamente slittato a settembre dello stesso anno. Oltre un anno dopo, una prima svolta: un passaggio tecnico in giunta in vista della chiusura del cantiere. Ora un nuovo passo avanti.

Somma, sono pronti gli appartamenti per i papà separati

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