«Troppe vittime sul lavoro». Il monumento Anmil di Arsago spostato alle scuole

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ARSAGO SEPRIO – «Non esiste dignità senza sicurezza. E non c’è stipendio che valga il rischio di una vita». Una frase che raccoglie tutto il pensiero del sindaco Fabio Montagnoli. L’ha detta ieri, 10 ottobre, nel piazzale di fronte alle scuole medie di Arsago Seprio, che ora ospita il monumento Anmil dedicato ai caduti sul lavoro. L’occasione ideale per omaggiare «invalidi e mutilati», ha ricordato il primo cittadino. Ma anche il momento giusto per lanciare un messaggio forte: «Non dobbiamo abbassare la guardia. È necessario mettere in campo, sempre, tutte le forze per far capire che la sicurezza deve essere parte della nostra cultura. E mai diventare oggetto di cronaca». A dargli man forte anche don Giuseppe Bai, che ha dato la benedizione alla scultura commemorativa. Oltre al presidente territoriale Anmil, Antonio Di Bella e il responsabile Inail di Varese e provincia, Vittorio Trippi.

Il lavoro, le difficoltà e le condizioni

Il monumento, precedentemente in via del Tornago, è stato spostato grazie al supporto di alcuni volontari. E non a caso ora si trova di fronte alle scuole Dante Alighieri. «Sono contento – ha aggiunto Montagnoli – che l’associazione Anmil abbia chiesto di installarlo qui, perché deve dare ai giovani consapevolezza dei rischi sul lavoro, che in maniera invisibile minano il cammino della vita». È stata donata anche una targa al sindaco, per ringraziare del supporto dato in questa iniziativa così importante.

Oggi, «malgrado le norme siano sempre più attente a tutelare i lavoratori, troppo spesso si verificano gravi incidenti». Senza dimenticare le difficoltà che si hanno a trovare e mantenere un impiego stabile. Vale per i giovani («ma non solo»), in tempi in cui «la sua mancanza non consente di costruire il proprio futuro». Da qui, l’appello del sindaco: «Le condizioni di lavoro devono preservare la salute delle persone, non possono in alcun modo porsi in contrasto o sottovalutare la sicurezza».

«La sicurezza sia una prassi»

 

Anche Arsago, purtroppo, ha dovuto fare i conti con tragedie simili. Tra le persone ricordate Giulio Vanoli (scomparso nel 1961), Alfredo De Maria (1984), Gerardo Barahona (2002), Mauro Mantovan (2003) e Imed Boujnil (2010). Chi dipendente, chi datore di lavoro. «Ma ciò che importa: vite private prematuramente. E ciò non deve più ripetersi». Non c’è guadagno senza manodopera e «la sicurezza non deve essere meno importante del profitto». Questo, conclude, «non deve limitarsi a essere teoria, deve diventare prassi quotidiana, perché solo così potremo davvero dare un senso alle giornate regionali di Anmil, che si celebrano e che si celebreranno in futuro nel ricordo di persone la cui esistenza è stata così duramente e ingiustamente travolta».

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