Astuti (PD) boccia la nuova sanità di Fontana e Moratti: «Una non riforma»

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Samuele Astuti

MILANO – «Una non riforma che non affronta i veri problemi della sanità lombarda»: bocciatura su tutta la linea da parte del consigliere regionale Samuele Astuti nei confronti della revisione della legge 23 presentata ieri, 22 luglio, dal governatore Attilio Fontana e dalla vicepresidente e assessore al welfare Letizia Moratti. «Le risorse sono solo nazionali, sul ruolo dei privati non c’è una correzione di rotta e sulla confusione di competenze tra Ats e Asst è addirittura peggio di prima».

La versione di Astuti

«Quella di Moratti e Fontana è una non riforma, non sono stati affrontati i nodi veri e i problemi della sanità lombarda rimarranno identici – dichiara il capodelegazione del Pd in commissione sanità Samuele Astuti il giorno dopo l’approvazione in giunta regionale del progetto di legge di riforma della sanità lombarda – è proprio vero che il Covid non gli ha insegnato nulla. Partiamo dalle risorse, che sono esclusivamente nazionali, vincolate alla realizzazione del PNRR, il che conferma che Moratti e Fontana apportano solo i cambiamenti obbligatori o quelli per i quali sono stanziate risorse, senza cambiare il disegno complessivo».

«Privati senza freni»

Sono diversi i temi su cui Astuti si aspettava ben altre risposte. «Un esempio – afferma l’esponente Dem – è il ruolo dei privati, a cui in Lombardia dai tempi di Formigoni è permesso fare ciò che meglio credono, senza una vera programmazione da parte della Regione, che si limita a pagare. Contavamo su una correzione di rotta, che era stata pure annunciata, ma evidentemente in giunta è passata la linea Moratti: nessun obbligo per i privati di erogare anche le prestazioni meno remunerative, in compenso potranno aprire le case di comunità, per le quali ci sono ingenti stanziamenti statali. Nella riforma Maroni, almeno, eravamo riusciti a introdurre l’Agenzia dei controlli sulla sanità, che era un organismo pensato come terzo e indipendente: non solo non viene potenziata, ma addirittura si prova a minarne l’indipendenza».

«Ats-Asst: rimane la confusione»

Prosegue Astuti: «Anche sul lato dell’efficientamento le novità non sono positive, perché, per esempio, alle ATS vengono tolte le cure primarie, che ne erano un loro elemento fondamentale, ma non è stata prevista alcuna razionalizzazione. Meno compiti ma non meno poltrone, per dirla in modo estremamente chiaro, e questa è una vittoria della Lega che è specializzata nel controllo del territorio attraverso i ruoli pubblici assegnati discrezionalmente dalla politica. Peraltro, alla fine, Moratti e Fontana non sono riusciti nemmeno a risolvere la confusione di competenze tra ATS e ASST, che era un problema notevole della riforma Maroni, e addirittura la aumentano sulla prevenzione. Detto ciò, rimangono ancora da fare le scelte che toccano la carne viva, come l’istituzione delle nuove aziende ospedaliere, che verranno rimandate a dopo le elezioni del 2023, perché su questo il centrodestra rischia di davvero di spaccarsi».

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