Buon Natale alla faccia del virus. E della politica

auguri natale virus

Natale, una festa? Domanda retorica, risposta scontata: nell’imperversare della pandemia sarà una festa a metà. Dobbiamo farcene una ragione, tutti, compresi i no vax che negano l’evidenza e sovvertono la civile convivenza. Siamo di nuovo costretti a fare i conti con il virus, che sembra non finire più, che muta, si replica, ci mette nel mirino, alimenta la paura. In verità, in quanto a preoccupazioni che, a tratti, sfiorano l’isteria collettiva, ci mettiamo del nostro. Sommersi come siamo da notizie che si rincorrono, confermano, smentiscono, riaffermano. Chi la sa lunga la chiama infodemia, cioè un eccesso di informazioni, talvolta non verificate, altre del tutto false, così che risulti impossibile riconoscerne l’affidabilità. In pratica, siamo sotto assedio.

Eppure, nonostante tutto, è ancora una volta Natale. L’elenco completo delle difficoltà sociali ed economiche ci impegnerebbe parecchio, benché ci raccontino che con il Pnrr si intraveda la luce, quanto meno per le casse pubbliche grazie alla generosità dell’Europa. Intanto sono attese mazzate per le bollette dell’energia elettrica e del gas, che i denari di Bruxelles non copriranno. Nel frattempo le fabbriche delocalizzano e chiudono. E la gente perde il lavoro. Chi lavora, invece, perde la vita: mai così tante le croci, gli incidenti, i pericoli. Le cosiddette nuove povertà colpiscono milioni di famiglie, come mai era accaduto nel recente passato. Chi dovrebbe porre rimedio pensa invece a litigare sul nome del futuro presidente della Repubblica, questione importante, addirittura prioritaria, di sicuro non decisiva per la stragrande maggioranza degli italiani. E se non litiga per le faccende più alte, la politica si ingrippa anche a livello locale per giochi di potere, giochi di basso profilo (vedi in provincia di Varese, sia a centrodestra come sulla opposta sponda di sinistra) che non fanno bene alla comunità che si danna l’anima per la pagnotta. Come dimenticare infine i femminicidi, un’altra terribile questione che inquieta e sembra senza soluzione di continuità.

Ecco, appunto, ancora una volta è Natale. Una festa a metà, dicevamo nell’incipit. Ma anche un motivo di speranza, benché proprio l’Europa abbia tentato di cancellarlo, il Natale, per non dispiacere a chi non crede nel significato religioso di questa data. Un paradosso o, meglio, un’idiozia evitata per la sollevazione generale. Premesse poco esaltanti della vigilia, che però non ci impediscono di ritenere che prima o poi, tra l’imperversare di dati, tamponi senza limiti, vaccinazioni, zone colorate, mascherine e virologi contradditori e chiacchieroni, riusciremo a vivere tempi meno infausti. E’ l’augurio di Malpensa24, del suo editore Fabrizio Iseni, e di coloro che tutti i giorni cercano di realizzare un prodotto giornalistico all’altezza delle aspettative di voi che ci leggete. Un augurio senza riserve, rivolto a tutti. A chi ci vuole bene e a chi ci vuole male. Con sincerità, senza rancori e con lo sguardo rivolto a un domani migliore.

auguri natale virus – MALPENSA24