Aumenti bloccati ai dipendenti comunali a Busto, i sindacati: «Antonelli intervenga»

BUSTO ARSIZIO – «Non faremo proteste eclatanti per senso di responsabilità. Ma questa storia non può passare. Il sindaco è il capo dell’amministrazione, faccia qualcosa». Parole di Angiolino Liguori, sindacalista della CSA, che si fa portavoce della protesta delle organizzazioni sindacali e delle Rsu (rappresentanze sindacali) dei dipendenti del Comune di Busto Arsizio, di fronte al «congelamento delle progressioni orizzontali, una decisione improvvisa presa sulla base di un parere dell’Aran, in contrasto con il contratto decentrato firmato con le organizzazioni sindacali».

Gli scatti bloccati

Un provvedimento che di fatto ha bloccato i passaggi di carriera orizzontale, che non sono altro che gli scatti economici nello stipendio, per una platea quantificabile indicativamente in 150-200 lavoratori di palazzo Gilardoni. Il “busillis” della vicenda nasce dal periodo di tempo necessario per avere diritto alla progressione, che fa scattare l’aumento di stipendio: l’accordo decentrato firmato a Busto all’antivigilia di Natale prevede 36 mesi, ma la circolare Aran dello scorso novembre parla di 24 mesi. Così l’amministrazione ha chiesto un parere ad un esperto, il professor Franco Carinci (già coinvolto a Busto ai tempi del caso della Corte dei Conti), e ha congelato le carriere.

Dai 36 mesi ai 24 mesi

«Si è voluta creare una tempesta in un bicchier d’acqua. È incomprensibile e bizzarro – sottolinea Liguori – il contratto nazionale dice “minimo 24 mesi”, e se l’italiano non sbaglia i 36 mesi dell’accordo non sono in contrasto. Oltretutto si tratta di progressioni che si basano su logiche meritocratiche, con criteri restrittivi e che sono finanziate dal fondo incentivante, soldi dei dipendenti. Non creerebbero nessun danno erariale. Anche perché la maggior parte dei Comuni fa scattare le carriere dopo 36 mesi e non 24». E per Lorenzo Raia, della Uil-Fpl, il parere «non può avere valenza retroattiva».

«Antonelli faccia qualcosa»

La vicenda è già arrivata alla fase della conciliazione in Prefettura, senza esito. «Di fronte alle nostre proposte la risposta dell’amministrazione è stata “no” – aggiunge Liguori – non è una questione tecnica, ma di correttezza. Se passa questa logica, qualsiasi accordo decentrato potrà essere messo in discussione. E allora ci appelliamo ad Antonelli, che è il capo dell’amministrazione. Faccia qualcosa. Finora non c’è stato verso per giungere ad un accordo. Una cosa inspiegabile. Ci chiediamo cosa stia succedendo in Comune».

I precedenti

Ma Giuseppe Jursich, sindacalista della CUB, “gela” le aspettative: «Antonelli da presidente della Provincia a dicembre ha fatto retromarcia su un accordo sulle progressioni orizzontali, approvando un atto unilaterale che poi è stato impugnato. È un cattivo andazzo quello di scavalcare Rsu e organizzazioni sindacali». Mauro Catella, sindacalista della Fp-Cgil, avanza il «sospetto che sia un problema politico», invocando che «il Comune torni sui propri passi». E Fausto Sartorato, sindacalista di ADL ricorda un precedente già contestato: «Nel 2019 un parere del ministero delle infrastrutture, applicato come se fosse legge, bloccò le progressioni a 29 dipendenti. Ora ci ritroviamo quasi nella stessa situazione, con gli aumenti bloccati all’ultimo minuto. Ed è grave spendere 2650 euro di soldi pubblici per chiedere ad un giurista un parere sul parere».

Proteste rinviate

Non ci sarà sciopero, ma solo «per senso di responsabilità e perché in questo momento bisogna garantire un minimo di servizi all’utenza», visto che siamo ancora in piena pandemia. Ma le «proteste eclatanti», se non si troverà una soluzione, sono solo rinviate. Perché, chiosa Angiolino Liguori, «come nel Signore degli Anelli, questa cosa non può passare. Combatteremo, altrimenti diventeremmo lo zimbello d’Italia». E ai politici ricorda: «I lavoratori si tutelano se si riconosce ciò che firmato nei contratti, se si sanificano gli uffici e si fanno fare i tamponi dove c’è il Covid. E a tutelarli ci pensano le organizzazioni sindacali».

«Progressioni, nessuna risposta»: sarà presidio dei dipendenti comunali a Busto

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