Cortázar e il Salone del Libro, da Auser si esplorano le regole della scrittura

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BUSTO ARSIZIO – «Era una notte buia e tempestosa». Ma è stato in realtà un pomeriggio letterario, in cui non solo sono state presentate le attrazioni del Salone del Libro di Torino ma, tra un caffè e un racconto, ci si è messi in gioco con la lettura e la scrittura. È stato questo il tema dell’ultimo incontro di Auser Insieme, che ieri, mercoledì 10 aprile, si è tenuto nella sede dell’associazione in via Volta a Busto Arsizio.

“Via del Campo” di Fabrizio De Andrè

Come ha evidenziato Maurizio Maggioni, presidente di Auser, «il lettore può entrare in qualsiasi punto nel suo libro e trovare un senso»:”Il gioco del mondo” di Julio Cortázar, tema portante del prossimo Salone del Libro di Torino, è servito da spunto per giocare alla scrittura, riflettendo sulle esperienze compiute. Infatti chi ne ha, cioè tutti e non solo i letterati di professione, è in grado di ritrovare nella narrazione i significati più profondi della sua vita.
A questo proposito è stato mostrato un filmato con Fabrizio De André intento a eseguire dal vivo “Via del campo”. Come ha spiegato Silvia, che ha guidato i presenti tra le varie tecniche possibili, il suo “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” descrive una regola importante: «Il processo attraverso il quale nasce la scrittura è proprio la sedimentazione: raccogliere, lasciare lì, far rimestare e, al momento giusto, tirar fuori. I nostri sensi assorbono le esperienze e il corpo ne diventa come un cumulo. La loro decomposizione crea allora un terriccio fertilissimo da cui nascono poesie e racconti».

Puntare alla giugulare

Per quanto riguarda gli autori, oltre a Cortàzar, che dichiarò «non ammetto una chiara differenza tra la vita e la scrittura», è stato citato anche il manuale “Scrivere Zen” di Natalie Goldberg. Tra le altre regole, oltre a “non censurare”, “non invischiarsi nella logica” e “perdere il controllo”, spicca soprattutto “puntare alla giugulare”: «Se c’è qualcosa che vi fa sentire esposti, tuffatevici dentro, perché è ricolmo di energia».
Anche il lavoro di rifinitura ulteriore è importante, come ha dimostrato l’esempio di Paolo Cognetti, autore de “Le otto montagne” che, al momento di essere premiato, prese in braccio la sua editor per ringraziarla: «È utile anche farsi rileggere il lavoro in gruppo, è interessante perché ci si confronta». Senza dimenticare l’imperativo fondamentale, richiamato dalla scuola Holden di Torino: «leggere, leggere, leggere». Due sono stati gli esercizi proposti. Il primo ha richiesto la lettura di alcune pagine di “Caos Calmo” di Sandro Veronesi, per individuare come la creatività entrasse nel racconto. Il secondo è stato invece incentrato sull’individuare un personaggio e ambientarlo in quattro luoghi diversi. Comprendendo così la loro influenza nell’inventarlo, e dando vita a quattro differenti profili: «Il divertimento è percorrere i sentieri della creatività».

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