BUSTO ARSIZIO – «Ringraziate chi di dovere, comunque vi siete dati da fare troppo», ha detto Giuseppina Gussoni dopo aver ricevuto dal vicesindaco Isabella Tovaglieri gli auguri per il compleanno e, come omaggi della città di Busto Arsizio, dei fiori e una pergamena. Ieri, mercoledì 10 aprile, l’ospite de “La Provvidenza” ha compiuto il suo centoquattresimo anno festeggiando al padiglione “Papa Giovanni” della casa di riposo.
Le soddisfazioni più belle
Tra centenari e ultracentenari a “La Provvidenza” sono in undici. Alla domanda su quale sia il suo segreto, Giuseppina ha risposto che la ricetta è «una vita normalissima». «La mia è stata una vita normale. Almeno, relativamente. Perché non ho avuto figli e allora c’era qualche rammmarico: le altre donne me l’hanno fatta pesare, e allora la mia vita è stata come mutilata». Ma «le soddisfazioni più belle me le prendo ora qui, perché hanno tanti riguardi nei miei confronti. Se non ci fossero questi posti bisognerebbe inventarli, alla mia età chi mi guarda?».
«Sono già otto anni e mezzo che sono a “La Provvidenza”, da quattro mi sono spostata in questa parte delle struttura perché ho perso vista e udito, non sono più capace di stare nella Casa Albergo». Bustocca al cento per cento, ha raccontato il suo passato: «Prima di sposarmi lavoravo in un calzificio vicino alla colonia elioterapica. Dopodiché ho fatto la prestinaia per quasi diciotto anni. Una volta venduto il negozio, mi son messa a fare la giardiniera, mi dedicavo al giardino di casa».
Sempre mantenendo un certa sobrietà: «Al cinema sarò andata dieci volte, per i classici, film proprio famosi come “Via col vento” con Rossella». Nella sala piena di ospiti il dj ha messo su una versione di “Piemontesina” per il liscio e due coppie hanno accennato dei passi in pista, la festeggiata ha rivelato: «Mi sarebbe piaciuta anche una festa più tranquilla, con cose più normali, all’antica». Però «ci sono due miei nipoti, i figli di mio fratello, mi vogliono veramente bene. Sono otto anni che mi seguono». Ha infine dichiarato di non avere insegnamenti per le persone di oggi: «I miei consigli non valgono più per la gente, sono all’antica. Adesso il mondo è cambiato troppo in fretta e io non so accettarlo».
