Com’è stare a tavola per un non vedente? A Besnate la “Cena al buio”

BESNATE – «Vedere, con le mani. Sentire, con il cuore. Conversare, ascoltare musica, degustare, esplorare con il tatto e deliziarsi di profumi». Un viaggio sensoriale, una vera e propria “Cena al buio”. Parte da qui, da un banchetto a “occhi chiusi”, il progetto realizzato dall’assessorato alle Politiche Sociali di Besnate e l’associazione “Banca del tempo”. Un’iniziativa dal titolo “Noi diversamente unici“, che attraverso una serie di iniziative punta a far «riflettere sull’importanza della diversità», scrivono i promotori in una nota.

La Cena al buio

Tutto parte per celebrare la Giornata internazionale sulle disabilità. Si parte il 3 dicembre, con il un laboratorio sensoriale . Poi, il 4 dicembre, ci sarà la “Cena al buio” che si terrà nella scuola elementare di Besnate, alle 19. La serata è organizzata dalla “Banca del Tempo“, in collaborazione con l’associazione “Apd Ciechi e Ipovedenti Sportivi Varesini“. Per l’occasione, «un immenso grazie va al Donegal Pub di Gallarate, che ha messo a disposizione la sua professionalità cucinando il menù della cena. Che ovviamente non può essere svelato». Il ricavato sarà destinato all’associazione “Apd Ciechi e Ipovedenti Sportivi Varesini, per sostenere le sue numerose attività. «Ci auguriamo davvero che in tanti vorranno condividere questa esperienza». Così il sindaco besnatese Giovanni Corbo: «Sono sempre convinto che le amministrazioni locali non possano esimersi dal coltivare valori come l’inclusività e l’integrazione. Anche attraverso azioni sul territorio come quella della cena al buio. Che evidentemente abbraccia una tematica che colpisce la sensibilità di noi tutti».

“Noi diversamente unici”

Ma è un evento che fa parte di un piano più ampio. “Noi diversamente unici” è un progetto che si svilupperà attraverso una serie di eventi e iniziative che si concluderanno il 4 febbraio 2023, con la “Giornata dei calzini spaiati”. Il tutto nasce da un’idea condivisa tra l’amministrazione e l’associazione, «per portare tutti – grandi e piccoli – a riflettere sull’importanza della diversità: tutti siamo diversi e unici, tutti abbiamo il dovere di fare in modo che un paese sia inclusivo, eliminando quelle barriere che ne ostacolano il processo. Ognuno con gli strumenti che ha». E ancora: «Ovviamente, un ruolo determinante lo hanno le istituzioni. Ma la vera inclusione parte dal pensiero di ogni singolo individuo. Che deve riscoprirsi unico. La diversità è una ricchezza, non un limite. E, soprattutto, non deve essere motivo di discriminazione o emarginazione».

Le realtà coinvolte

Sono molte le realtà coinvolte nel progetto: l’associazione Amici di Tommy e Cecilia di Sesto Calende, l’associazione Più di Ventuno di Cassano Magnago, l’associazione e la cooperativa Millepiedi. Con ognuna di loro, l’associazione Banca del Tempo e l’assessorato hanno organizzato delle iniziative anche di testimonianza e condivisione. Si finirà il 4 febbraio con una festa.

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