Matteo Bianchi: “Il cda di Accam faccia una proposta per evitare il fallimento”

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BUSTO ARSIZIO – «Il Cda di Accam si dia una mossa a mettere sul tavolo una proposta manageriale autorevole sul futuro dell’inceneritore da sottoporre ai sindaci soci». Chi parla è Matteo Bianchi, segretario provinciale della Lega Nord.

La questione Accam è ormai un tale guazzabuglio, che trovare una via d’uscita è diventata un’impresa impossibile. E anche l’assemblea di ieri , lunedì 30 luglio, l’ha dimostrato: l’approvazione dello statuto è stata rinviata e le approvazioni del piano industriale e del bilancio 2017 sono arrivate ma solo al termine di una lunga e litigiosa riunione a porte chiuse, che comunque, alla fine, non ha portato ai risultati sperati, ovvero a una linea univoca. Anche la politica fatica a dettare una strada e si scontra ogni volta con gli interessi dei singoli comuni.

L’unica speranza resta il cda. Per questo Bianchi rompe gli indugi e sulla questione lancia un monito: «Tocca al presidente di Accam e al consiglio di amministrazione sviluppare i possibili scenari futuri. E se a oggi i sindaci non sono ancora riusciti a trovare una sintesi, significa che qualcosa non funziona nella catena di comunicazione tra i vertici della società e i Comuni soci. Servono proposte manageriali e queste devono essere portate ai sindaci, i quali anche loro dovranno fare a quel punto un passo indietro e non continuare a pensare di dover anteporre a tutto l’interesse del proprio singolo Comune».

Quella di Bianchi è una sferzata, «poiché – aggiunge il segretario del Carroccio – è evidente che nessuno ha interesse a far fallire questa società. Tutti sanno che se così fosse poi ci sarebbe il grosso problema dei costi che ricadrebbero sui Comuni e quindi sui cittadini. Detto questo però urge che il cda della società raccordi e proponga ai sindaci una soluzione per il salvataggio della società stessa, affinché si possa scongiurare un possibile fallimento a danno dei Comuni.  È fondamentale che il consiglio di amministrazione sviluppi in autonomia e con debita autorevolezza gestionale e manageriale, una proposta di prospettiva, cercando di capire le esigenze dei singoli comuni, le quali sono abbastanza eterogenee».

 

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