La biblioteca Capitolare di Busto ha nuovi amici pronti a rilanciarla

BUSTO ARSIZIO – Si dice che chi trova un amico trova un tesoro. Ma per la biblioteca Capitolare di Busto, possiamo prenderci la licenza di stravolgere l’antico proverbio e dire che il tesoro, di cultura ultra secolare, custodito all’ombra di San Giovanni ha trovato un bel po’ di amici. Gente pronta a costruire un ambizioso progetto di divulgazione, promozione e valorizzazione di un patrimonio librario unico al mondo. Ma ancora poco conosciuto. Anche in città.

Gli Amici della Capitolare

L’associazione Amici della Capitolare nasce qualche giorno fa, il 7 novembre, ed è stata presentata questa mattina, proprio nel cuore della biblioteca. Oltre al sindaco Emanuele Antonelli e all’assessore alla Cultura Manuela Maffioli, che hanno seguito fin dall’inizio e sostenuto questo progetto, erano presenti monsignor Severino Pagani e i soci fondatori: Franco Bertolli, studioso e anima della Capitolare,  Walter Picco Bellazzi, Bruno Ceccuzzi, Chiara Massazza, Maurizio Tosi e il presidente Carla Trotti, che ha spiegato le finalità: «Far conoscere questo patrimonio, coinvolgere i giovani e le scuole e far comprendere che anche un libro antico ha ancor oggi molte cose “da dire” e da insegnare».

Durante la presentazione il professor Bertolli ha raccontato in pochi minuti i 500 anni di storia e cultura custoditi in questa biblioteca cittadina, che può contare anche volumi unici al mondo, come il Codice di Busto.

biblioteca capitolare busto

La realtà della Capitolare e i tesori in essa contenuti però sono sconosciuti ai più. E questo è uno dei motivi per cui l’associazione vorrebbe operare per promuoverne iniziative ed attività, consentendo la prosecuzione di progetti di ricerca e monitorando l’idoneità di spazi e modalità di conservazione del patrimonio custodito.

«Qui ci sono tesori unici, un patrimonio culturale di grandissimo valore – ha spiegato l’assessore Maffioli – Noi come amministrazione siamo vicini alla biblioteca e a questa bella iniziativa. E in tal senso possiamo dare un sostegno all’associazione contribuendo a far sapere che esiste, a far prendere coscienza del valore e a sensibilizzare i cittadini, affinché ci siano sempre più idee e progetti di valorizzazione, che, pur non essendo di proprietà comunale è comunque patrimonio di tutta la città».

Quella degli Amici della Capitolare è un’iniziativa apprezzata sia da monsignor Severino Pagani, «perché non arriva strettamente dal mondo ecclesiastico, ma da fedeli laici», sia dal sindaco Emanuele Antonelli, «orgoglioso di avare concittadini che mettono a disposizione tempo, idee, impegno e competenze per la città e quanto Busto ha di bello e prezioso».

Cultura ultra secolare: la storia

Intorno al 1510 il curato Bernardino Crespi costruì presso la chiesa di san Giovanni un apposito edificio in cui raccogliere e mettere a disposizione dei potenziali utenti i libri i suoi e quelli dei curati Alberto Crespi e Francesco Crespi Roberti, in gran parte incunaboli cioè libri a stampa, rappresentanti della recente invenzione tecnica e della cultura umanistica che sviluppava l’intreccio tra le opere classiche greco-latine e quelle dei grandi scrittori del medioevo. All’evento il poeta bustese Gian Alberto Bossi dedicò una breve poesia, Bibliotheca Bustiensium, e concorse poi personalmente a conferire i suoi libri alla istituzione.

Nel corso del Cinquecento, dopo la morte dei fondatori, ci furono piccoli incrementi e alcune perdite. Gli inventari del secondo Cinquecento consentono il conteggio di circa 200 volumi. La raccolta fu potenziata intorno al 1580 con una decina di manoscritti medievali prima appartenenti alla chiesa di San Giovanni. In seguito al trasferimento delle dignità pievane da Olgiate Olona a Busto San Giovanni decretato dall’arcivescovo Carlo Borromeo, la biblioteca fu considerata Capitolare e affidata alle cure di un canonico. Tale fu Antonio Crespi Castoldi, primo storico di Busto.

Di quantità considerevole le donazioni per testamento fatte dal prevosto Antonio Armiraglio nel 1658 e dai curati Landriani e Petazzi nel Settecento che privilegiavano le materie ecclesiastiche. Il capitolo, soppresso in epoca napoleonica, fu ripristinato nell’Ottocento ma nessun canonico si prese cura della biblioteca fino a che sul finire del secolo il prevosto Tettamanti fece inventariare i libri antichi a stampa. Seguirono a inizio Novecento anni di scarsa attenzione in cui si verificarono furti pesanti.

La biblioteca avviò una “rinascita” nel 1930 quando i suoi incunaboli furono restaurati a spese del Ministero della Pubblica Istruzione e censiti nel patrimonio nazionale. Rilanciata di nuova nel 1968 con il trasferimento nella sede attuale, costruita pochi anni prima come sala capitolare ma di fatto inutilizzata, ha offerto per cinquant’anni un apprezzato servizio all’utenza, sempre ristretta e qualificata.

Il patrimonio librario

100 manoscritti, di cui 50 anteriori al 1550; 85 incunaboli; 350 edizioni cinquecentine oltre a numerose edizioni del sei-settecento e molti volumi più recenti di grande valore. Archivi uniti: storico di San Giovanni (dall’anno 1360), di deposito (dal 1970), fototeca; archivi Bondioli e Milani, importanti per la storia di Busto. Tra i periodici locali: Voce del Popolo (1904-1926).

 

biblioteca capitolare busto – MALPENSA24