Biondelli, ex sottosegretario Pd:«Il mio No al referendum. Per le donne e i territori»

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LONATE POZZOLO – «Referendum, io voterò No. Con il nuovo parlamento a ranghi ridotti rischia di aprirsi un problema di rappresentanza per le donne e per i territori». Franca Biondelli, presidente del Pd in Piemonte e già sottosegretario al Welfare dei governi Renzi e Gentiloni, ospite in redazione a Malpensa24, annuncia il suo voto in dissenso con il partito, dopo l’indicazione del segretario nazionale Nicola Zingaretti per il Sì. Ma non crede che l’esito della battaglia alle urne di domenica e lunedì 20 e 21 settembre potrà avere contraccolpi sul governo Conte. «Il Paese ha bisogno di stabilità. E di utilizzare bene le risorse europee del Recovery Fund».

Come mai questo “strappo” sul voto sul taglio dei parlamentari?
«Voterò no perché quelli del Sì non mi hanno convinto per nulla. Il mio partito ha dato delle indicazioni diverse, ma in assenza di una legge elettorale non vedo questo grande cambiamento con il mero taglio dei parlamentari. Mi sembra più uno spot, quindi voterò No».

A seconda del risultato, crede che ci potranno essere contraccolpi sulla tenuta della maggioranza di governo giallorossa?
«Credo di no, ma credo che nel caso di vittoria del Sì ci debba essere un’attenzione sulla legge elettorale. Era anche una condizione che il PD aveva posto. Anche perché si aprirà un problema di rappresentatività dei territori con il taglio dei parlamentari. E non penso che questo nuovo schema favorirà le donne, anzi vedo qualche rischio di fare dei passo indietro sulla questione della rappresentanza di genere nelle istituzioni».

Lei è stata sottosegretario al lavoro per diversi anni, e oggi proprio il lavoro è uno dei temi cruciali non solo nel dibattito politico ma anche nella vita quotidiana delle persone, soprattutto con la prospettiva dell’esaurimento delle casse integrazioni. Cosa occorre fare?
«Credo che in questo momento ci sia la necessità innanzitutto di abbassare le tasse sul lavoro e di aumentare gli stipendi dei lavoratori. Inoltre, con il periodo del Covid le difficoltà relative al pagamento immediato della cassa integrazione si sono accentuate rispetto alla disoccupazione e alle crisi aziendali. Da questo punto di vista, ripartire – e questo governo lo sta facendo, pur con difficoltà ma lo sta facendo – significa ripartire con le infrastrutture, con la digitalizzazione, con un’attenzione particolare alla lotta all’evasione fiscale. Sono passi che questo governo sta cercando di fare. Per fortuna la Commissione europea ha messo sul piatto questi 750 miliardi del Recovery Fund, vediamo di utilizzarli bene».

Sarà questa la vera sfida dei prossimi mesi?
«Utilizzare bene queste risorse significa darsi delle priorità. In primis, il lavoro e tutto quel che segue sul sociale, a partire dalle fragilità che non vanno dimenticate e che in questo periodo si sono accentuate».

Con la tornata elettorale alle porte, il governo avrà la necessaria stabilità per intraprendere questi passaggi in modo efficace?
«Ogni tornata è importante, ma credo che il governo possa continuare a lavorare. È un periodo difficile e abbiamo bisogno di stabilità. Come detto, dandosi delle priorità».

Che sensazioni avverte in vista delle elezioni amministrative?
«Spero vivamente che in alcune regioni, che sono state governate bene, si possa confermare l’attuale coalizione di governo, penso in particolare alla Toscana e alla Campania. Ma sono i cittadini a decidere».

In Piemonte lo scorso anno il centrosinistra non ce l’ha fatta, come già a Torino. Riuscirete a rifarvi?
«Sia la Regione sia il Comune di Torino erano governati bene, con Chiamparino e Fassino che avevano fatto molto, ma l’elettore è sovrano e sceglie quel che meglio crede. Ma sono certa che l’anno prossimo a Torino, quando avremo un candidato, potremo fare la differenza e giocarcela».

Lei è di Borgomanero e non possiamo non chiederle un’opinione sul futuro di Malpensa, in particolare dopo il definitivo addio di Alitalia…
«In linea con i miei colleghi di partito del territorio, auspico grande attenzione nei confronti di questo aeroporto. Togliere i voli sulla tratta Malpensa-Roma crea una difficoltà che penalizza anche il Piemonte, che soprattutto nella sua parte orientale ha in Malpensa un punto di riferimento. Perché è vero che c’è anche l’alta velocità, però Malpensa è un aeroporto funzionale e importante, che merita massima attenzione».

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