Blangiardo (Istat) in Liuc: «Non regaliamo i nostri giovani all’estero»

MALPENSA – «La pandemia ce lo ha reso sempre più evidente: non c’è più il futuro di una volta. Ma se lo scoppio dell’epidemia da Covid-19 ha chiaramente messo in crisi l’occupazione di giovani, donne e stranieri, il 2021 ci porta segnali di speranza. Lo scopo dell’università ora è formare laureati con competenze specifiche per evitare di “regalarli” ad altre nazioni». Così il presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica, ISTAT, Gian Carlo Blangiardo commenta gli ultimi dati sul mercato del lavoro dei neolaureati all’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 dell’università Liuc di Castellanza.

Giovani scoraggiati e disoccupati

Oggi, martedì 28 settembre, l’università Liuc di Castellanza ha festeggiato i primi 30 anni di vita all’Hangar Sea di Malpensa per inaugurare il nuovo anno accademico. Tra gli ospiti anche Gian Carlo Blangiardo, divenuto presidente dell’Istat il 4 febbraio 2019. E, a un anno dall’inizio del suo mandato, è scoppiata la pandemia da Covid-19 che, avendo cambiamento radicalmente le nostre vite, si è chiaramente fatta sentire sui dati occupazionali delle porzioni di popolazione più fragili.

«Le nostre indagini – spiega il presidente – hanno messo in evidenza una preoccupante e consistente diminuzione degli occupati giovani, donne e stranieri. Ma il dramma non è stato solo perdere il lavoro, ma soprattutto il fatto che i giovani in particolare si siano sentiti scoraggiati». Il risultato? Molti neolaureati hanno addirittura smesso di fare domanda per nuove posizioni, non vedendo un futuro di speranza.

La ripresa

I più colpiti sono stati appunto i giovani, le donne e gli stranieri, ma con la campagna vaccinale e la lenta ripresa che si sta registrando a partire dal 2021 si inizia a vedere una luce in fondo al tunnel. «I dati di luglio – dichiara Blangiardo – sono incoraggianti sia rispetto all’offerta che al ritorno sul mercato dell’occupazione. E per fortuna ne hanno beneficiato di più le categorie che avevano pagato il prezzo più alto, quindi anche le nuove generazioni. Insomma, hanno sicuramente subito un duro colpo, ma vediamo ora degli importanti segnali di ripresa».

Non “regaliamo” le eccellenze

Il discorso del presidente dell’Istat all’inaugurazione della Liuc si è concentrato quindi sulle potenzialità dei laureati e sul ruolo fondamentale che gioca l’università. «La sfida degli atenei oggi è di formare bene i giovani, con quelle competenze che sono poi spendibili nel mondo del lavoro. Penso alle discipline scientifico-tecnologiche Stem che contraddistinguono soprattutto le istituzioni straniere, alle quali spesso finiamo per “regalare” le nostre eccellenze».

Cala la popolazione e il Pil

Insomma, la scommessa delle università italiane in generale e della LIUC in particolare è quella di costruire delle opportunità di futuro per gli studenti. «Ma non c’è più il futuro di una volta. Dobbiamo scegliere tra più per ciascuno e meno per tutti?». Questa la domanda provocatoria che il professor Blangiardo ha rivolto alla platea dell’Hangar Sea di Malpensa.

Cala la popolazione e il Pil

Il suo intervento ha infatti mostrato il trend demografico registrato negli ultimi anni: se il calo della popolazione nel 2019 era di 176 mila persone, nel 2020 il dato è salito a 383 mila. «A questo punto preoccupa ciò che accadrà nel 2021 anche perché se nella provincia di Varese la speranza di vita nel 2019 era di poco più di 79 anni, dai nostri dati emerge un paradosso: la vita individuale si allunga, ma per tutti noi come insieme c’è sempre meno futuro».

Infatti i dati Istat mostrano che tra il 2020 e il 2040 ci sarà una riduzione di circa 4 milioni di residenti, il che comporterà una variazione percentuale del PIL di -6.9%. Ammettendo che il bilancio del 2020 vada inteso come anomalo bisogna agire per interrompere, o meglio ancora per invertire, la tendenziale erosione del nostro patrimonio demografico. «Occorrerebbe che oltre a contenere le poste negative legate ai livelli di sopravvivenza e ai flussi di emigrazione, si agisse su quelle positive. Quindi operare sul fronte dell’immigrazione e, soprattutto, della frequenza annua di nascite».

La conclusione di Blangiardo è però in nota positiva: «Mano a mano che sopravviviamo la nostra aspettativa di vita aumenta e per chi ha un titolo di studio superiore si possono guadagnare fino a 3 anni di vita in più. Quindi abbiamo sempre più futuro davanti a noi e studiare ci salva».

Trent’anni di Liuc. Comerio: «Punto di incontro tra Università, imprese e territorio»

malpensa istat blangiardo liuc – MALPENSA24