“Facia da tola” della politica. E non solo

bottini politica pudore

di Gian Franco Bottini

Seduti ad un bar, come lucertole assetate dei pochi raggi di sole in queste giornate post natalizie, ci siamo trovati coinvolti, nostro malgrado, nell’acceso battibecco di una coppia di giovani che mostravano di avere in corso un contenzioso sentimentale, da risolvere. Vi assicuriamo del nostro impegno a non ascoltare i fatti altrui, ma gli alti toni di voce non ce lo consentivano, fino ad essere colpiti da una frase più volte ripetuta, con voce rotta dal magone: ”Sei senza pudore”.

Colpiti, perché a pronunciarla era la ragazza e non il solito maschietto urtato dalla scarsa minigonna della partner; colpiti, perché lei si riferiva sicuramente a qualcosa di più serio che non a una banale botta di gelosia maschilista; colpiti, soprattutto perché la ragazza era molto giovane, di una generazione dove il termine “pudore” non è dei più utilizzati.

Chiariamo subito. Non ci riferiamo al senso originario del termine, esclusivamente rivolto ad inopportune performance sessuali. I tempi cambiano; Adamo ed Eva giravano nudi e felici non sapendo cosa fosse il pudore, poi venne la foglia di fico e nei secoli ci si coprì e scoprì a seconda delle mode e dei costumi. Nel settecento le caviglie femminili erano quanto di più spudorato le dame potessero mostrare, oggi lo “scenario” è a schermo pieno.  Per questo genere di cose il termine pudore oggi è fuori moda, resta però presente nel vocabolario per sottolineare, nel suo aspetto negativo, l’incapacità di una persona a frenarsi nel dire o nel fare cose che, pur non credendoci, sono strumentali alla ricerca di un suo vantaggio. In parole povere, e alla nostra maniera, per indicare cioè il comportamento dei tanti “facia da tola”(FdT).

Nell’ambiente politico essere FdT è diventata una qualità, purtroppo anche molto apprezzata se guardiamo al successo che regolarmente ottiene chi la spara così grossa o ha dei comportamenti così sopra le righe che non si può pensare che tutto avvenga in buona fede.

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Gian Franco Bottini

Per guardare alla più recente storia non possiamo non assegnare un premio speciale a chi con quattro ”vaffa” ha conquistato la maggioranza degli italiani e dopo essere passato “all’incasso” è diventato un moderatore spesso sgusciante. Visti i suoi risultati il “capitano” lo aveva seguito e si era  buttato sulle spiagge, cominciando ad imprecare sull’Europa, volando altissimo , per poi  perdere quota perché costretto a sostenere il più europeista dei Governi. Ma a quel punto, in agguato per sostituirlo sia nel successo che nel tenere alto il labaro del sovranismo, era immediatamente spuntata una vivace piccoletta borgatara che urlava di Patria e soprattutto di onestà, malauguratamente proprio mentre “ingabbiavano”, per affari non certo immacolati, alcuni dei suoi stretti collaboratori. Una buona galleria di FdT!

Ma un FdT “alla carriera”, anche per la simpatia, non si può certo negare a quel vecchio leone della politica che desideroso di salire al solio massimo della Repubblica, distribuisce i suoi auguri natalizi con una foto “formato famiglia”, affiancato da una gentile signora di età molto più verde della sua. Quasi a ricordare, tralasciando altri aspetti, quale sia la sua miglior caratteristica che dovrebbe convincere gli italiani.

Un FdT di” latta” lo merita invece un parlamentare delle nostre parti che dopo aver giornalisticamente sostenuto le posizioni più contrastanti fra loro, come si suol dire “legando l’asino dove diceva il padrone” del momento, oggi sguazza sulle reti televisive con pericolose affermazioni no-vax, no-Europa, no-tutto, con l’evidente obbiettivo di mantenere quel piccolo bacino di consensi mugugnanti che gli consentirebbe una lucrosa sopravvivenza politica.

E come non definire FdT quei tanti amministratori locali che da una parte incitano a combattere l’epidemia in corso e dall’altra non rinunciano a fornire alla gente possibilità di incontro buone per la loro vanitosa visibilità ma non certo per il contenimento dei contagi. O chi promette di non ricandidarsi più per poi dimenticarsi delle promesse fatte e senza nemmeno fornire una giustificazione. O chi, a livello parlamentare o locale, passa da una parte all’altra senza nemmeno batter ciglio pur di conquistarsi uno “strapuntino”. O chi, approfittando delle paure e delle preoccupazione del momento specula in maniera a dir poco vergognosa, ieri su mascherine e oggi su tamponi.

L’elenco potrebbe continuare e se il termine “facia da tola” è risultato un po’ indigesto a qualcuno… beh, può trasformarlo in “senza pudore”, così come ha fatto quella ragazza  arrabbiata del tavolino accanto.  La sostanza non cambia!

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