La lezione di vita di questa estate italiana

bottini olimpiadi estate

di Gian Franco Bottini

L’estate 2021 sarà difficile da dimenticare per via del green-pass, dei no-vax, delle agognate vacanze e della tanta acqua che ci è caduta sulla testa, ma soprattutto per quei risultati sportivi sorprendenti ed inattesi che nessuno di noi poteva immaginare. ”E’solo sport” dirà qualcuno “e restano tutti i nostri problemi” e non ha torto; se non che non si può dimenticare che lo sport è una parte importante della nostra vita quotidiana, capace, più di qualsiasi appassionato discorso istituzionale, di rinvigorire l’orgoglio nazionale, far togliere dai bauli le bandiere tricolori e far sembrare una sinfonia persino la nostra marcetta nazionale.

La storia era iniziata nella tarda primavera con qualche travolgente galoppata mondiale di un ciclista delle nostre parti che di nome non poteva che fare Ganna, era continuata con una entusiasmante vittoria calcistica europea e oggi ci ha stordito con una valanga di medaglie olimpiche, alcune delle quali difficili da credere.

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Gian Franco Bottini

Vedendo queste classifiche dove troviamo Francia, Germania e Gran Bretagna che da qualche mese ci guardano le terga schiumando di rabbia, fate pure i superiori quanto volete ma non negate che la cosa dia un grande gusto a voi e alla maggioranza dei nostri connazionali. Non ne parliamo poi di quelli che risiedono all’estero! E il tutto si traduce in maggior autostima e in una toppa a certi complessi di inferiorità che da tempo, non certo per colpa dei risultati sportivi, ci rendevano un popolo rabbiosamente depresso e guardato dall’alto in basso dalla spocchiosa famiglia europea, la stessa che oggi è costretta ad invidiarci se non a stimarci.

Tante sono le medaglie olimpiche vinte, ma quel che più interessa è che esse siano distribuite su molte discipline fin’ora fra le meno osannate; un grande segnale che ci dovrebbe far pensare che, al di là delle nostre endemiche autocritiche, forse lo sport nazionale sta assumendo una proporzione più diffusa e più vicina a quei sani valori che esso deve rappresentare in un Paese come il nostro. Ma siccome nulla avviene per caso, bello sarebbe comprendere le ragioni, escludendo quelle prettamente tecniche, che hanno originato questa convergenza di fatti positivi.

Qualche politico ha cominciato, seppur timidamente, a cavalcare l’onda avanzando l’ipotesi che da Draghi in poi il clima di fiducia e lo spirito di gruppo hanno dato un diverso impulso a tutta la vita nazionale, sport compreso. Mah, ci pare un po’ forzata, ma lasciamo a voi il giudizio! Il mago Otelma ha parlato di incroci astrali favorevoli; il portiere del condominio accanto dice trattarsi semplicemente di c…. Da parte nostra non sapremmo da che parte iniziare una analisi razionale, ma qualche rilievo e qualche considerazione ci paiono legittimi.

Potrebbe trattarsi di un mantra venuto di moda, ma tutti i vincitori, dai calciatori agli atleti, non fanno altro che inneggiare al clima amichevole, allo spirito di squadra e alla parità di rapporti nel gruppo; in parole povere alla negazione delle divisioni e delle tensioni causate dalla spocchia di eventuali “prime donne”. Che l’esempio di Draghi abbia fatto davvero scuola?

In secondo luogo non può non risultare evidente che i nostri eroi sono spessissimo delle “facce nuove” e che quindi un ricambio generazionale è fortemente in atto nello sport e laddove esso non è avvenuto le soddisfazioni sono quasi sempre risultate minori alle attese. E’ certo però che le facce nuove non bastano, occorre volontà, sacrificio e voglia di emergere, nello sport come nella vita di tutti i giorni.

In terzo luogo risulta evidente che molti successi vedono come protagonisti atleti dalla parlata bergamasca, sarda o romanesca, capaci di cantare a squarciagola il nostro inno nazionale, ma con caratteristiche somatiche non certo ariane. Un segno evidente che quando culture e origini diverse si incontrano su una base di comuni interessi non possono che sortire risultati positivi. E su questo tema non abbiamo sentito né Salvini né la Meloni sollevare eccezioni o smentite; vuoi vedere che le Olimpiadi hanno creato anche a loro qualche dubbio?

Spirito di gruppo, rinnovamento, no ai personalismi; sono forse le indicazioni più importanti da trasferire nella vita di tutti i giorni nelle nostre comunità, ben sapendo che un fatto pregiudiziale è che nessuno fra noi pensi di essere il “miglior fico del Bigoncio” o peggio il mai dimenticato Marchese del Grillo, cosa che però la cronaca, anche quella locale, ci smentisce ogni giorno. Accontentiamoci per ora delle Olimpiadi, il resto forse verrà quando tutti avranno colto la lezione di questa strana estate del 2021.

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