Insofferenti a tutto, urgente ritrovare “spirito civico”

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Sono bastati pochi centimetri di neve per scatenare la rabbia collettiva

di Gian Franco Bottini

Una bella nevicata! Di quelle che in altri tempi avrebbe fatto felici ragazzini ed adulti, facendo pregustare fantastiche sciate per Sant’Ambrogio e Natale, ma che oggi ha portato solo un diffuso nervosismo e stimolato la già  frequente attitudine al mugugno. E’ successo in  tutta la provincia, Busto come Varese o Gallarate, che  già di prima mattina, con l’abbondante nevicata  ancora in corso, iniziassero sulla rete le lamentele per il mancato spazzamento di zone sia  centrali che periferiche  delle città.

Non sta ovviamente a noi giudicare  lo specifico operato delle diverse amministrazioni,  ma seguendo la situazione sui social ci è parso di cogliere che una diffusa e rabbiosa  insofferenza fosse  già lì, bella e pronta, ed attendesse, per esplodere, il preannunciato nuovo disagio che si andava ad aggiungere ai tanti altri di un periodo incredibilmente complesso.

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Gian Franco Bottini

“Sotto la neve c’è il pane” o ancora “La neve porta via i malanni” erano due  convinzioni che i nostri nonni si scambiavano fra loro per fortificare la loro sopportazione delle grandi difficoltà che la neve creava a quei tempi; questa volta però la neve non ha fatto né l’uno né l’altro: solo l’occasione per  “scazzi” e accuse di incapacità. Fomentate, queste ultime, anche da maldestre  e provocatorie dichiarazioni fuori luogo di vanesi amministratori , bustocchi e varesini in particolare, ai quali si dovrebbe ricordare un’altra antica saggezza:  “un bel tacer non fu mai scritto”.

La pioggia, come spesso succede nei nostri paesi di pianura, ha poi rapidamente risolto il problema, anche se, insieme alla neve, la pioggia non è riuscita ad eliminare qualche  amara considerazione .

C’è  fra di noi una diffusa tendenza a deresponsabilizzarci di fronte agli eventi negativi che  ci troviamo davanti,   scaricando le nostre accumulate tensioni su chi  rappresenta  il “potere costituito”, sia esso il governo o il proprio Comune. Così facendo però perdiamo di vista le reali cause dei mal sopportati disagi, delle difficoltà pratiche o  delle rinunce alle nostre  comodità  (qualcuno parla addirittura di “libertà!); sono  queste sgradevoli circostanze che spesso vengono da  fatti  contingenti la cui natura, obbiettivamente, è  fuori dal  controllo anche da parte del  criticato “potere”. Succede per una  banale nevicata  ma sta succedendo anche per una meno banale pandemia. Semplificando:  molti di noi, sbagliando, non vivono questi eventi come problemi  comuni  che impongono una responsabilizzazione collettiva,  munita di  pazienza di fronte ai disagi e di collaborazione nell’adozione  dei rimedi.

Occorre recuperare quello “spirito civico” che fa di un gruppo di persone una comunità! Uno spirito che  si è affievolito sotto i colpi delle  innegabili difficoltà del momento ma che il recuperarlo non significa certo  rinunciare al nostro “spirito critico”  rispetto all’operato di chi abbiamo delegato ad organizzare la nostra difesa. Forse, in particolare per quanto riguarda la pandemia,  qualcuno di noi ha equivocato sul concetto di “immunità di gregge” perché,  abituati  ad un individualismo spesso egoista e alla difesa senza sconti dei nostri diritti e delle nostre libertà, stiamo faticando nel “giocare in difesa” come una squadra coesa e con interessi comuni, diventando degli  insofferenti e intimoriti  componenti di uno sparpagliato  gregge.

L’immagine è un po’ forte, ma se ce la permettiamo è perché di quel gregge anche noi spesso temiamo di farne parte. Di fronte ai presunti errori del “potere”, dobbiamo umilmente riconoscere che chi lo ha “costituito” siamo noi, con le nostre scelte elettorali, quando, più che i simboli e le mode, dovrebbero  valere le persone e le loro qualità. Nel frattempo però dobbiamo anche riconoscere che governare non è mai facile e se abbiamo il diritto di pretendere correttezza e competenza da chi abbiamo delegato, abbiamo altresì il dovere di fare la nostra parte: forse un po’meno per una  preannunciata nevicata ma  molto di più per una nefasta  pandemia. In attesa di un salvifico vaccino  la soluzione dei  problemi passa molto dalla nostra assunzione di corresponsabilità, dal nostro  impegno civico e dal  sentirci non un gregge sbandato ma una comunità determinata.

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