Busto, Accam approva il bilancio e per il futuro guarda ad Agesp, Amsc e Amga

BUSTO ARSIZIO – Accam guarda al futuro e l’idea messa ieri, mercoledì 30 luglio, sul tavolo all’assemblea dei soci è quella di far diventare la società una multiutility in grado di gestire il ciclo integrato dei rifiuti e non più solo la parte dello smaltimento e incenerimento. In una parole, in un domani non troppo lontano, Accam potrebbe gestire anche la raccolta porta a porta e non solo. E con Agesp, Amsc e Amga all’interno dell’assetto societario.

Intanto l’assemblea dei soci approva un bilancio che segna un più 3 milioni e 150 mila euro, un saldo costi ricavi positivo (più 600 mila euro) e in controtendenza rispetto solo all’ultimo bilancio. E viene appunto lanciato un seme per dare un futuro nuovo a una società che il presidente Angelo Bellora ha definito «in grado di crescere e di diventare un punto di riferimento per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti». Insomma per la volta dopo moltissimo tempo ieri l’assemblea dei soci ha dato segnali di unità d’intenti. O per lo meno segnali di voler pensare, ragionare, riflettere sul domani dell’inceneritore che ora ha di fatto una nuova visione futura. Ma andiamo con ordine.

Le spine ancora da togliere

I nodi ancora da sciogliere sono molti. E in questo primo mese da presidente Bellora e tutto il cda hanno lavorato sui conti di bilancio, ma anche sul’aggiornamento del piano industriale. Il primo approvato con abbondante maggioranza e il secondo illustrato ai soci. Bellora ha predisposto una lunga presentazione del bilancio, «perché credo nella trasparenza, ma anche nel maggior coinvolgimento dei soci». E ha messo sul tavolo tutti i problemi da risolvere, a partire dalla questione in house. «A settembre dovremo lavorare per definire questa situazione, ma è chiaro che non abbiamo i numeri per essere definiti in house». E questo apre uno problema molto delicato, quello del conferimento, che a quel punto andrebbe rivisto Comune per Comune e la società dovrà anche lavorare per non avere una fuoriuscita dei soci.

La multiutility dei rifiuti

Ed è proprio qui che si innesta la grande novità: «Se i nostri obiettivi sono quelli di confermare numericamente gli attuali soci e allargarsi ad altri è chiaro che dobbiamo iniziare a ragionare su un ventaglio più ampio di servizi. Non possiamo più pensare solo allo smaltimento e incenerimento, ma guardare all’intero ciclo dei rifiuti, il che significa anche alla raccolta». Servizio che in questo momento sul territorio è gestito dalle partecipate alle quali Accam guarda con attenzione: «Non sappiamo ancora quale sarà la strada, ma la direzione dice che dovremo aggregare anche quelle società partecipate e quindi Agesp, Amsc e Amga, o meglio i loro rami d’azienda che si occupano di gestione dei rifiuti». Un progetto ambizioso, ma che si traduce in una parola: multiutility. Il futuro di Accam, che ieri è stato abbozzato, è quello di diventare una società multiutility in grado di gestire l’intero ciclo integrato del rifiuto: «Che se vogliamo – ha concluso Bellora – non è altro che la mission per cui Accam è stata creata. E non a caso ieri abbiamo anche ricordato con un minuti di silenzio uno dei fondatori di questa realtà, il senatore Rossi».

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