Addio a Olga Boni, ex assessore al sociale: una vita spesa per i più deboli

BUSTO ARSIZIO – Si è spenta nella notte all’Istituto La Provvidenza, dove era ricoverata da tempo, l’ex assessore ai servizi sociali Olga Boni, storica figura di riferimento del mondo del volontariato e dell’ aiuto ai bisognosi della città di Busto Arsizio. Aveva 86 anni, ne avrebbe compiuti 87 a dicembre. Il funerale si terrà giovedì mattina, alle 10.45, nella Basilica di San Giovanni: l’amministrazione comunale ha assicurato che sarà presente il Gonfalone della Città.

«Un pezzo di storia di Busto»

«È un pezzo di storia di Busto Arsizio che se ne va, un altro pezzo buono della nostra comunità che ci lascia, nella speranza che continui a vegliarci dal cielo – spiega Francesco Iadonisi, pronipote di Olga Boni da cui ha “ereditato” la passione per la politica attiva – spero che sia nelle intenzioni dell’amministrazione lasciare un segno indelebile per ricordare persone che, come mia zia Olga e il senatore Gian Pietro Rossi, hanno fatto tanto per la nostra comunità». La sua era stata una vita votata all’aiuto del prossimo: Olga Boni era approdata da bambina in affido in una famiglia bustocca, poi si era trasferita in Belgio dove si era laureata e aveva insegnato alla scuola “Facchinetti”. Nella sua attività politica, aveva militato nella Democrazia Cristiana, nella “corrente” che faceva capo al onorevole Paolo Caccia, e a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 era stata per un periodo assessore ai servizi sociali. Una parentesi in una vita sempre spesa al servizio dei più deboli, facendo volontariato in vari contesti, anche in carcere. «Il suo unico faro era fare del bene – racconta Francesco Iadonisi – la casa della zia Olga era praticamente sempre aperta a chi non aveva un tetto e la sua pensione andava tutta nell’aiuto a chi aveva bisogno».

«Semplicità e attenzione per l’altro»

«Con Olga Boni se ne va un altro pezzo importante della Busto sociale istituzionale e politica – il ricordo dell’ex sindaco e attuale assessore all’educazione Gigi Farioli, che ai tempi della “Prima Repubblica” era stato in giunta insieme a lei – mi piace ricordarla per la sua attività quando ebbi modo di condividere l’esperienza assessorile, ma soprattutto ricordare la sua semplicità, sempre e costantemente intrecciata all’attenzione per l’altro, dimostrata fino all’ultimo nelle diverse attività sociali e volontaristiche nei confronti dei più umili, dei più sofferenti e dei più disagiati».

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