Vergiate, Cantisani morto davanti al Picasso: «Ci batteremo sino alla fine»

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VERGIATE – Breve rinvio, per la delicata udienza camerale, davanti al gip di Busto Piera Bossi, nel procedimento penale per la morte di Manuel Cantisani, per il quale la locale Procura ha chiesto l’archiviazione del caso. Si torna in aula il 5 novembre, tra meno di un mese,in quanto uno dei due indagati ha nominato un difensore di fiducia qualche ora prima dell’udienza e per il quale il gip ha concesso un breve termine a difesa.

Fatto cadere e investito?

Si discute se archiviare definitivamente il caso o ordinare nuove ed approfondite indagini, di carattere tecnico e scientifico, per riuscire a risalire alla reale causa del decesso del giovane di Cardano al Campo. Manuel, 20 anni, morì travolto da un’auto forse durate una rissa davanti alla discoteca Picasso di Vergiate. Proprio in quest’ultima direzione si muove la difesa della famiglia Cantisani, persone offese nel procedimento penale: l’avvocato Lorenzo Sozio, spingerà per chiedere al giudice di riportare il fascicolo all’attenzione del pm affinché si possa indagare su alcuni aspetti che secondo il legale della famiglia non sono stati portati alla luce con sufficiente risalto istruttorio e probatorio. «E’ stato un fulmine a ciel sereno la richiesta di archiviazione del caso per la morte di Manuel, per la quale era doverosa l’opposizione all’archiviazione, ci sono margini investigativi importanti che potrebbero far luce su quanto accaduto quella scellerata notte fuori alla discoteca Picasso, insisteremo per l’accoglimento della nostra opposizione all’archiviazione», ha spiegato Sozio. L’accusa aveva ipotizzato la responsabilità di un primo indagato di aver fatto perdere l’equilibrio durante il litigio al ventottenne, facendolo cadere a terra, e  dell’uomo alla guida dell’auto che infine lo travolse durante la fuga dalla rissa ipotizzata. L’indagine si basò sulle dichiarazioni di un testimone oculare e sulle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza. Nulla di chiaro o di definitivo sarebbe emerso: le immagini non avrebbero corroborato le parole del teste oculare. Di qui la richiesta del pm di archiviare l’indagine.
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