Busto, blitz contro il caporalato dei rider. Stranieri sfruttati

BUSTO ARSIZIO – Caporalato digitale: a Busto blitz dei carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro. Rider nel mirino: sono loro le vittime della nuova frontiera dello sfruttamento. Quella che corre attraverso la “cessione delle app” attraverso le quali gli utenti, ormai, ordinano di tutto.

Controlli in tutta Italia

I militari del Nil dalle 18 di ieri, venerdì 24 marzo, hanno messo in campo, affiancati anche da pattuglie in divisa, un controllo estremamente mirato, così come avvenuto nel resto d’Italia con 101 Nuclei Ispettorato del Lavoro e 5 nuclei operativi impegnati da Nord a Sud. L’operazione ha visto i militari varesini intervenire nei luoghi di maggior ritrovo dei rider in attesa di ritirare le ordinazioni. In provincia di Varese la maggior concentrazione di questi punti è stata individuata a Busto Arsizio.

Cessione dell’app

Su 14 rider controllati 4 sono risultati essere in condizioni di sfruttamento lavorativo. Tutti giovanissimi, tutti pakistani, due sprovvisti di permesso di soggiorno. Tutti vittime della così detta “cessione di app”. In sintesi il vero titolare dell’app che assegna le ordinazioni da consegnare, in questo caso anche lui pachistano, “subappalto” l’app in questione a persone in condizioni di necessità che devono lavorare ma che, magari, non hanno tutte le credenziali per poter avere un account proprio.

Al “caporale” il 50%

I “subappaltatori” sono quelli che lavorano correndo all’impazzata per chilometri ogni giorno, senza tutele o contributi, violando ogni regola del codice della strada e rischiando di essere investiti con tutte le conseguenze del caso perché altrimenti le commissioni calano, lavorano davvero. Il titolare dell’app è quello che incassa direttamente attraverso l’app il dovuto per le consegne effettuate. Ed è sempre quest’ultimo che decide quale percentuale dell’incasso lasciare al rider: i carabinieri stimano che le trattenute sul lavoro svolto e già poco pagato vadano dal 20 al 50%.

Sfruttato chi è in difficoltà

Il blitz dei carabinieri del Nil di Varese permetterà ai 4 sfruttati di essere aiutati a veder riconosciuti i loro diritti in ambito retributivo. Gli stessi militari varesini sono adesso al lavoro per identificare e rintracciare l’intestatario dell’app che sarà denunciato. I controlli continueranno in modo capillare: obiettivo è quello di “normare” un ambito lavorativo che attualmente è infestato dal così detto caporalato digitale e vede i rider a quasi zero tutele.

busto caporalato rider – MALPENSA24