Car sharing, Busto ci riprova: auto elettriche alle stazioni e ad Agesp

busto car sharing e-vai antonelli

BUSTO ARSIZIO – Riparte il car sharing elettrico, sperando che sia la volta buona che funzioni davvero. Per l’amministrazione comunale è un «investimento culturale», per avvicinare Busto alla mentalità smart della metropoli.

L’iniziativa nasce nell’ambito del progetto europeo I-SharE LIFE e vede come protagonisti E-Vai, la società di mobilità elettrica del Gruppo Ferrovie Nord, e il Gruppo Agesp, che ha scommesso sul car sharing elettrico per il rinnovo della flotta aziendale. Busto Arsizio è una delle quattro città test che E-Vai ha selezionato in Lombardia (le altre sono Como, Bollate e Bergamo) per sperimentare «la sostenibilità del car sharing elettrico nelle città sotto i 100mila abitanti», come spiega il consigliere delegato della società del Gruppo FNM Augusto De Castro, con un modello di condivisione che coinvolge anche aziende come Agesp, mettendo i veicoli elettrici di ultima generazione a disposizione dei dipendenti della partecipata, oltre che dei cittadini e dei pendolari.

Tre punti di ritiro delle auto elettriche

Il progetto durerà tre anni e prevede per ora tre punti di presa e rilascio delle auto E-Vai dotati di colonnine di ricarica, uno nella sede di Agesp Energia in via Alberto da Giussano e altri due nelle stazioni FNM di Busto Arsizio e Castellanza, mentre si attende l’ok da RFI per la stazione di Busto Fs: qui gli utenti, tramite la “app” dedicata di E-Vai, potranno ritirare e riconsegnare le auto elettriche condivise (o prenotarle 18 ore prima per avere la certezza della disponibilità del mezzo). Agesp per prima ci ha creduto, tanto da acquisire nove veicoli elettrici per rinnovare una flotta aziendale ormai vetusta. Ora la nuova scommessa è quella di condividere “fuori orario” le auto: a disposizione dell’azienda dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, saranno offerte ai dipendenti e ai cittadini. «Abbiamo osato – fa notare il direttore generale della partecipata del Comune di Busto, Gianfranco Carraro – dopo averlo fatto testare per alcune settimane dai nostri dipendenti in collaborazione con il Politecnico. Un’operazione economicamente vantaggiosa, oltre che coerente con una visione green».

«Abbiamo una strategia»

A Milano il car sharing ormai è un servizio consolidato ed è entrato a pieno titolo nelle abitudini delle persone. «Nelle grandi città la mentalità è già cambiata, noi siamo la quinta città Lombardia ed è giusto iniziare a convogliare le persone verso questo tipo di mobilità condivisa – rimarca il sindaco Emanuele Antonelli – siamo in un’area inquinata e tocca all’amministrazione dare il via a questo sviluppo. Bisogna aumentare le colonnine di ricarica, infatti nel bando illuminazione ne abbiamo previste parecchie. Partiamo da qui, perché se il cittadino vede le possibilità e le comodità, le innovazioni poi si affermano». Per poi chiudere con una battuta, con lo sguardo rivolto al consiglio comunale di ieri sera: «Forse questa è la famosa visione strategica che qualcuno dice che non abbiamo». Con lui anche l’assessore all’ecologia Laura Rogora, che parla di «un’iniziativa nel solco della sostenibilità ambientale», insieme al vicesindaco Manuela Maffioli e al delegato al personale Gigi Farioli, che auspica di replicare in futuro anche con i dipendenti di Palazzo Gilardoni il modello di car sharing elettrico sperimentato da Agesp.

Il primo test non andato a buon fine

Era stato proprio l’ex sindaco, ai tempi di Expo 2015, a lanciare, con grande entusiasmo, il primo esperimento di car sharing in città. Ma le macchinette cinesi marchiate Share’nGo, dopo un inizio promettente, finirono perennemente parcheggiate di fronte alla stazione delle Nord, con un’utenza assai scarsa. Ora è lo stesso Farioli a rivendicare «un percorso che viene da lontano», e a sollecitare la necessità di «un investimento culturale verso una città più smart, più green e più sharing».

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