Busto, «Chi prende il reddito di cittadinanza sanifichi i giochi nei parchi»

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BUSTO ARSIZIO – Parchi aperti, ma non del tutto: i giochi e le attrezzature per i bambini, infatti, restano blindati per colpa del Covid. Insomma nelle aree verdi cittadine ci si diverte a metà. «Proprio ora che è iniziata la bella stagione, che i parchi diventano una valvola di sfogo importante per le famiglie – interviene Paola Reguzzoni – credo che si debba trovare una soluzione per risolvere la questione e restituire ai più piccoli la possibilità di divertirsi liberamente. Tanto più dopo due mesi passati tappati in casa».

Due piccioni con una fava

Le parole della consigliere leghista sono il preambolo alla mozione che verrà depositata nei prossimi giorni a Palazzo Gilardoni in cui viene messa sul tavolo un’ipotesi per sanificare i giochi, ma anche per scoprire qualche “altarino”. Legato ai redditi di cittadinanza.

Il documento firmato dalla leghista e intitolato “Adesione al patto di inclusione dei redditi di cittadinanza” in sostanza parte dal presupposto che “i nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza non immediatamente attivabili per un percorso lavorativo, entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio economico vengono contattati dai servizi dei Comuni competenti in materia di contrasto alla povertà per iniziare un percorso di inclusione sociale”. E che i beneficiari di tale sostegno economico “sono tenuti a svolgere progetti utili alla collettività nel Comune di residenza con cadenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16“.

«La sanificazione di giochi e attrazioni dei bambini nei parchi è certamente un progetto utile alla collettività – spiega Paola Reguzzoni – e siccome il Comune al momento non è in grado di garantirla per la mancanza di personale sufficiente destinato alla igienizzazione dei giochi e alla sorveglianza delle aree stesse per evitare assembramenti o comportamenti scorretti, si potrebbero impegnare allo scopo proprio i beneficiari del reddito di cittadinanza».

Ottenendo per Paola Reguzzoni un doppio importante risultato. «Il primo a vantaggio di tutti i bambini che stanno pagando il pesante prezzo derivante dall’isolamento che ha bruscamente interrotto la loro crescita in relazione all’esigenza di socialità che, soprattutto i più piccoli necessitano». E il secondo di andare a “smascherare” chi oltre al reddito “sociale” né incassa anche uno non dichiarato. Poiché, nelle ipotesi di mancato rispetto degli impegni assunti dal nucleo familiare con la sottoscrizione del Patto per l’inclusione sociale è prevista la sospensione o la decadenza dal reddito di cittadinanza. Insomma si andrebbero così a scardinare quelle situazioni che presentano qualche opacità. E i giochi sarebbero lindi e sanificati.

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