Busto, insegue anziana: atterrato col Taser. Siulp: «Pochi strumenti già scarichi”

BUSTO ARSIZIO – Insegue un’anziana armato di coltello seminando il panico in tutto il quartiere. Poi aggredisce i poliziotti. Neutralizzato grazie al Taser, utilizzato per la prima volta a Busto. Ma c’è un problema: «Prima di tutto mi complimento con i colleghi che con sangue freddo e competenza hanno gestito una situazione pericolosa. Aggiungo che quanto accaduto dimostra l’efficacia di questa strumentazione – commenta il segretario provinciale del Siulp Varese Paolo Macchi (nella foto)– I colleghi aggrediti hanno avuto sino a 15 giorni di prognosi. Senza Taser non avrebbero avuto alternative. Ma va segnalato che il Taser è in dotazione alle sole Volanti, mentre le aggressioni coinvolgono tutti, e a Busto gli strumenti a disposizione sono soltanto tre. Attualmente questi tre Taser sono con batterie scariche e senza dardi. Quindi non più utilizzabili».

Inseguimento con coltello

Andando con ordine si torna al fatto. Che è grave. Un cittadino maghrebino, già noto alle forze di polizia, e molto ben piazzato, alcuni testimoni lo descrivono con un energumeno, intorno alle 19.30 di ieri, domenica 17 luglio, si è messo all’inseguimento dell’anziana vicina di casa, che lo ha più volte denunciato (l’uomo è il terrore del rione) in viale Rimembranze a Busto. L’aggressione non ha ragioni, ammesso che possano essercene di plausibili. La donna schiva un pugno che danneggia un auto in sosta, tanto per far capire la portata della violenza. Poi riesce a rifugiarsi nel portone di un palazzo.

Rione terrorizzato

Chi assiste alla scena, conoscendo il maghrebino, fugge a sua volta ma allerta il 112. In servizio a Busto ieri c’era «Una sola volante per carenza di uomini e mezzi», spiega Macchi. Uno solo dei due poliziotti dell’equipaggio è dotato di Taser. Il maghrebino si avventa contro l’altro, quello non dotato della strumentazione. Alla fine l’agente avrà 15 giorni di prognosi a causa delle percosse. Il collega avvia la procedura: avvisa il maghrebino che sta per utilizzare il Taser, come da norma. Dà una prima scarica di avvertimento. Poi spara un primo dardo ma quello non cede. Allora spara anche il secondo. L’aggressore, neutralizzato, viene arrestato per resistenza e lesioni d’intesa con il pubblico ministero Flavia Salvatore. Tutto bene? Non proprio.

Pochi e inutilizzabili

Un solo poliziotto «era dotato di Taser – spiega Macchi – Perché? Perché nonostante anche quest’ultimo episodio dimostri l’efficacia della dotazione che noi invochiamo da anni un solo agente ne era dotato? E se il collega con il Taser fosse stato impegnato in altra situazione e non potesse essere vicino, cosa sarebbe successo? E ancora: una sola volante e tre soli Taser a disposizione del commissariato di Busto. Che adesso, ribadisco nonostante l’efficacia dimostrata, non sono utilizzabili perché mancano batterie e dardi. Occorre accelerare la distribuzione delle dotazioni. Il Taser deve arrivare a tutti in modo da poter essere utilizzato sempre. Non abbiamo tutele, questo strumento si dimostra efficace nel garantire la sicurezza di tutti: cittadini, operanti e anche chi delinque in quel momento. Tre Taser a Busto, scarichi e senza dardi, non servono. Dateci le dotazioni necessarie a fare il nostro lavoro con efficacia e in sicurezza».

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