Busto, consegna mascherine senza regole. C’è chi chiede 20 centesimi per la busta

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BUSTO ARSIZIO – Chi le consegna senza averle imbustate, chi fa pagare il sacchetto di plastica utilizzato per confezionarle e chi le distribuisce senza prestare troppa attenzione a coloro che le richiedono. Insomma nelle farmacie di Busto sono arrivate le 21 mila mascherine della Regione. E anche le prime polemiche con una serie di segnalazioni da parte dei cittadini.

Poche verifiche e qualche furbo

A sollevare qualche critica sulla distribuzione di questi dispositivi, non è tanto il numero (insufficiente) della mascherine inviate da Milano ai Comuni del territorio, quanto i metodi di distribuzione. E di ritiro dei singoli cittadini. Ogni punto di distribuzione che ha ricevuto materiale ha applicato logiche personali. Non tutte le farmacie, secondo quanto racconta chi è riuscito a ritirare il prezioso dispositivo di protezione, hanno infatti seguito le (poche) direttive generali. Che a dir la verità erano più che altro suggerimenti, tutti tesi al buon senso da utilizzare. Sia da parte dei distributori, sia dei cittadini.

Pochi i controlli sui richiedenti, ad esempio. «Nessuno mi ha chiesto se la mascherina fosse per me indispensabile – racconta una cittadina – e il dispositivo mi è stato consegnato sciolto e senza alcuna protezione». Ci sono invece farmacie che si sono preoccupate di spacchettare le confezioni cumulative del materiale inviato da Regione e imbustarle singolarmente. «Chiedendo però – aggiunge un altro cittadino – 20 centesimi per il sacchettino utilizzato». E c’è anche chi racconta di persone che sono passate in più di una farmacia ottenendo da tutte almeno un presidio di protezione e quindi potenzialmente sottraendo la possibilità ad altri. Vero? Falso? Possibile. Insomma, piccole furbizie che di certo non cambiano la situazione in meglio o in peggio, ma che fanno capire come certi comportamenti (e sicuramente non da parte di tutte le farmacie coinvolte, sia ben chiaro) non vengono sradicati nemmeno da un’emergenza sanitaria come quella che si sta affrontando.

Farmacisti tra due fuochi

La conferma che l’iniziativa ha subito creato più di una criticità arriva da un intervento del dottor Riccardo Refraschini postato sulla pagina Facebook Busto 360, in cui il gestore della farmacia Sant’Anna spiega la complessa situazione in cui i farmacisti stessi si sono trovati.

Questo mio intervento – scrive Refraschini – non vuole essere un intervento di pubblicità o sponsorizzazione della mia attività, bensì un chiarimento utile a tutti gli abitanti di Busto e un atto di difesa nei confronti dei colleghi che, sicuramente, si saranno trovati, oggi, nelle medesime nostre condizioni. Come ben sapete, da oggi è cominciata la distribuzione gratuita delle mascherine offerte dalla regione Lombardia e Protezione Civile e il metodo di distribuzione scelto e il regolamento impostoci da chi ha pensato a questo servizio, dopo solo poche ore dall’inizio della distribuzione, hanno suscitato lamentele e pretese (maleducate) delle persone nei nostri confronti, che in realtà stiamo solo fornendo un servizio Gratuito per conto terzi per la salvaguardia della salute della popolazione, nel rispetto delle regole e delle indicazioni che ci sono state fornite dai fautori di questo servizio. Vi chiedo gentilmente di perdere pochi minuti per leggere questo nostro post, cosicché siate a conoscenza delle modalità di distribuzione delle mascherine che ci sono state imposte dalla normativa, di far girare queste informazioni in modo tale che più persone ne vengano a conoscenza e sappiano come comportarsi e, infine, chiedo rispetto e educazione nei confronti di una categoria che è schierata in prima linea per contrastare l’emergenza Covid-19 e per assicurare, come sempre, assistenza alla popolazione.

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Discorso a parte invece per le farmacie gestite da Agesp, dove insieme alla mascherine sono state consegnate alcune direttive da seguire per cercare di limitare al massimo consegne a random e far arrivare le mascherine ai soggetti che ne hanno davvero bisogno.

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