Busto, D’Adda: «Violato il mio profilo. Nessun aiuto, Facebook fuori controllo»

busto d'adda profilo facebook

BUSTO ARSIZIOErica D’Adda (nella foto) vittima di un furto di identità: lo scorso 6 agosto la già senatrice Pd si è vista violare il proprio profilo Facebook senza che vi fosse, da parte del social network, alcun interfaccia al quale rivolgersi per fermare quanto stava accadendo. «Una sensazione terribile, come se mi avessero rubato in casa – spiega – Fotografie, conversazioni private, tutto in mano ad altri senza che io potessi fare niente per fermare gli hacker. E la preoccupazione per gli altri: ovvero che con la mia identità si potessero commettere degli illeciti. Qui non stiamo parlando della bravata di un ragazzino: questi sono criminali».

Estromessa dal mio profilo

Del furto D’Adda si è accorta fortunatamente in tempi rapidi: «Come tutti utilizzo i social per lavoro – spiega – Gli autori del furto hanno mantenuto il mio nome cambiando però la foto profilo. Hanno utilizzato l’immagine di una donna che non ero io. Immagine suppongo rubata da qualche altra parte. Degli amici romani si sono accorti che qualcosa non andava e mi hanno avvisato immediatamente». Qui il primo shock: «Mi era del tutto impossibile accedere al mio profilo – spiega l’esponente del Partito Democratico – Preciso che avevo attivato tutti i “filtri sicurezza” possibili e immaginabili. Chi mi ha rubato l’identità è riuscito a prendere il controllo del profilo, cambiare codici e password da me impostate, e ad estromettermi completamente».

Da Facebook nessun supporto

La reazione è stata immediata: «Ho segnalato a Facebook quanto mi stava accadendo e che è accaduto, ho poi scoperto, a tantissimi miei altri conoscenti quindi immagine quale possa essere il numero di vittime di fatti simili nel mondo – dice D’Adda – Credevo di poter contare su un’assistenza immediata vista la situazione. E invece ho scoperto, e non ho alcun timore nel dirlo, che Facebook non è assolutamente all’altezza di tutelare adeguatamente i propri utenti». D’Adda s’è vista rispondere infatti che da controlli il suo profilo era assolutamente a posto. Nessuna anomalia rilevata. Non fosse per il dettaglio che a gestirlo non era lei. E arriva la seconda sorpresa: «L’unica cosa non cambiata dagli hacker è stata la mia mail – spiega D’Adda – Ad un certo punto ho iniziato a ricevere mail da Facebook, una decina circa scritte in francese, con le quali il social network avvisa chi mi aveva violato il profilo che io avevo segnalato delle anomalie inesistenti. Cioè avvisava gli hacker, convinti fossero i reali titolari del profilo, che io stavo cercando di bloccarli».

Tutto denunciato ai carabinieri

D’Adda ha fatto ricorso «A risorse extra politiche – racconta con un sorris0 – Ho rubato l’identità all’hacker spacciandomi con Facebook per chi mi aveva rubato l’identità. E ho chiesto come potermi difendere. Ho fatto il percorso inverso; hanno iniziato a inviarmi dei codici che io ho inserito con pazienza. Come Pollicino ha fatto il percorso a ritroso sino a quando Facebook non mi ha aperto le porte di casa mia. Assurdo. A quel punto ho ripulito tutto, ho cambiato password, codici e ho ripreso il controllo sulla mia identità cacciando chi ha violato il mio profilo». D’Adda ha naturalmente «denunciato immediatamente l’accaduto ai carabinieri. In questi casi la denuncia è fondamentale, ma deve procedere di pari passo con la tutela agli utenti che deve arrivare da Facebook. Non esiste che un cittadino non abbia un riferimento al quale rivolgersi per fermare chi sta commettendo un illecito ai suoi danni – conclude D’Adda – Non esiste che non ci siano delle regole, degli strumenti messi in essere da Facebook che possano garantirci supporto e tutela da parte del social network. E’ un tema del quale la politica si deve gioco forza occupare».

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