Busto, hackerata la mail dell’assessore Arabini: «Chiedono denaro a mio nome»

busto hacker arabini

BUSTO ARSIZIO – Hackerata la mail dello studio dell’assessore Miriam Arabini: centinaia di mail mandate a suo nome con richieste di denaro o di mettersi immediatamente in contatto con lei. Un modo per potersi intrufolare anche nell’agenda indirizzi di altre vittime potenziali. Arabini ha immediatamente denunciato l’accaduto al commissariato di polizia di Stato, avvisando i propri contatti della truffa in corso ai suoi danni e, ovviamente, facendo intervenire dei tecnici informatici per bloccare la violazione in corso.

Tre testi diversi

Busto Arabini Miriam

«Non sono io – spiega l’assessore – Ma ho il dubbio che forse chi ha commesso questo reato ai miei danni mi conosca. O quanto meno conosca il mio stile di scrittura». I messaggi contenuti nelle mail sono diversificati: almeno tre testi diversi. In uno Arabini chiederebbe di inviarle 150 euro perché in stato di bisogno. In un altro si troverebbe all’estero in difficoltà. Nel terzo l’assessore, in questo caso avvocato visto che la mail violata è quella del suo studio legale, avrebbe necessità di essere contattata con urgenza perché bisognosa di auto e impossibilitata a comunicare in altro modo se non via e mail. L’obiettivo degli hacker è chiaro: cercare di carpire denaro o altri dati qualora qualcuno dei contatti cascasse nella truffa. «Non è accaduto – precisa Arabini – Ci siamo accorti immediatamente di quello che stava accadendo e siamo intervenuti. Dicevo, però, che mi sorprende lo stile di scrittura. Io utilizzo la punteggiatura in modo perfetto. E’ una mia caratteristica. E così ha fatto chi ha scritto i testi, molto ben fatti e in un italiano impeccabile. Potrei davvero essere io. E questo mi solleva non pochi dubbi sull’identità dell’autore o degli autori del reato ai miei danni».

«Utilizza il mio stile di scrittura»

Arabini è titolare di uno degli studi legali più importanti del territorio. Ed è specializzata, tra l’altro, in una materia estremamente delicata come quella del diritto di famiglia e in particolare dei minori in difficoltà. «Tra i miei contatti ci sono magistrati, colleghi, periti, tribunali – spiega l’assessore – Quello che è accaduto è estremamente grave. I nostri assistiti, però, possono stare tranquilli: la loro privacy non è stata violata. In particolare per quanto riguarda i minori: lo studio, per ragioni di etica e serietà, non scambia dati relativi ai minorenni in carico attraverso mail. Tutti gli incontri vengono fatti di persona. Nessun dato sensibile relativo ai nostri assistiti è quindi stato violato». Resta però il danno dell’accesso alla rubrica indirizzi dello studio e naturalmente il potenziale rischio di una truffa nei confronti di terzi. «Utilizziamo un potente anti-virus che in questo caso nulla ha potuto – conclude l’assessore – C’è anche un danno economico perchè l’intervento degli informatici per eliminare il problema avrà ovviamente un costo. Reati di questo genere sono purtroppo in aumento. Chi ne è vittima deve immediatamente denunciare: sono informazioni fondamentali per le forze di polizia. Ora mi auguro soltanto che il o i responsabili vengano individuati».

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